RIDARE VOCE AI TESTI Se da un lato attraverso la scrittura si dà corpo alla parola, attraverso la lettura si ridà “voce” al testo.
Parla compitando la voce che s’affonda senza accento di luogo e si alloggia nel dialogo dei vivi affidando a ogni suono l’eco bianca di
XVII In certi giardini di galaverna, tra pochi alberi spogli, da petali soffici secchi sbocciano i fiori stranieri di ciò che consola. E hanno
Vitalità bruciata Io, o signore, ho la bocca chiusa incollata la mia parola è un’ancora pesante da qui, da questa profondità ho visto il
io ti consegno tutto lo giuro nella stanza chiara. nel tempo respinto. dove non c’è nessuno a guardare. ti rivolgo la schiena. e invochi
Inverno Varda Venessia, massima de inverno, proprio drento l’ocio de la so luse, ti podaressi veder l’Eterno. Inverno Guarda Venezia specie / d’inverno,
mi sono confusa col tuo cranio pieno di meraviglie e di bile le acque vengono via con lei e la sua sparizione coincide con la fine per farla
Mi sono perso, dicono, e con buona ragione, i miei, la mia stanza, quella dei fratelli e fratelli-cugini pure, i materassi a terra per
I. Ogni ricordo s’incaglia, il cavalluccio stramazza, mentre dopo la boscaglia gridano Führer in piazza, e lui vestito di rosso, come una preda che
XIII Ho infiniti ricordi che sono stati vicini nella tua assenza. Te che bevi il latte nuda in cucina e io penso a Eraclito,