Suite postuma quando tutto ritorna nel pensiero, nel silenzio in cui ci destinano le ore quando si attardano a dismisura intorno a qualcosa che
Lo so, c’è gloria maggiore di uno stelo, e più grandi misteri cela il bosco di questa nubile ghianda. Però non ho voglia di infierire su quel bruco (“l’infimo
Capitava di dover salutare i mezzi camorristi, i mariuoli per tranquillità, stringevano mani. Eppure, sarebbe stata meraviglia con cura prendere la mira sputare loro
nell’acqua la luce sembra carta e le parole non recano promesse “una mano sugli occhi – così ricorda la casa – ha esteso favori fino alle anche –
Ogni volto ha il suo vento due dita fredde lo sfiorano talvolta nel camminamento, il blu ha la vastità di un arco e di
Guardare è davvero vedere squarciare il velo infine e squarciarsi dentro fino a rosicchiare le unghie e poi le
GENOVA Pilasthru n. 1 Eu criju nt’è palori no comu focu sagru ma comu chjianti anudeja chi, mpercicati ê timpi nta ju terrenu povaru
s’arrampica indecente la finestra del mattino monte cuccio a nuoto del dorso l’ora attende irriverente l’introversa piega sorta solamente s’arrampica assente la carezza d’arco
Pensiero Eccomi. Chi di me riconosci? Un verso senza verso comprime la Parola, la esplora, [col suo silenzio la amplifica]. Quale io sono? Un filo, una traccia… Da
Toirano Et si J’avais leurs yeux [René Char] Doni la tua pietà all’idea che abbiamo vissuto. Vita viva, resa. Traccia millenaria. Fiato cosce gomiti