GENOVA Pilasthru n. 1 Eu criju nt’è palori no comu focu sagru ma comu chjianti anudeja chi, mpercicati ê timpi nta ju terrenu povaru
s’arrampica indecente la finestra del mattino monte cuccio a nuoto del dorso l’ora attende irriverente l’introversa piega sorta solamente s’arrampica assente la carezza d’arco
Pensiero Eccomi. Chi di me riconosci? Un verso senza verso comprime la Parola, la esplora, [col suo silenzio la amplifica]. Quale io sono? Un filo, una traccia… Da
Toirano Et si J’avais leurs yeux [René Char] Doni la tua pietà all’idea che abbiamo vissuto. Vita viva, resa. Traccia millenaria. Fiato cosce gomiti
Anatomia espansa La realtà delle cose consiste nell’essere percepite? GEORGES BERKELEY Basta un pezzo di marmo tra le tue dita per sapere del freddo. Una
PRIMA DELL’ALBA Orizzonte nero. Acqua nera. Il fiume non mi lascia scorrere. Finirà l’orazione del dubbio. Mente nera. Soffio nero dove non sono più fiume. Il sole
Cadute, ferite etc. Succede (ai più goffi?) di cadere sui chiodi. Sulla spiaggia di Villasimius vicino a Cagliari il cervello inciampando fa precipitare la
“… Una volta domandarono ad Alfred Döblin, uno dei maggiori romanzieri del ventesimo secolo, perché scrivesse, e lui rispose che rifiutava di chiederselo. «Il libro
Questo sei tu, non puoi fuggire da te stesso,disse una voce,una protoparola,una voce anteriorenuda. Questo sei tu, crescesti giorno giorno,mentre il sole si alzavatra il
Formica Tenacemente si aggrappa agli oggetti Si spostano lentamente, si muove con essi, Come si muove l’invisibile attraverso il mondo visibile. Un capello per un filo d’erba.