Chiara Guidi
[…] Oggi viviamo in un ‘oceano di suoni’ dove l’altro scompare e diventa lo specchio nel quale lo spirito soggettivo incontra solo se stesso. Quante volte ci capita di parlare mentre un altro parla, o di rispondere senza permettere al nostro interlocutore di terminare il proprio pensiero? Byung-Chul Han nel suo libro L’espulsione dell’altro afferma che l’arte e la poesia hanno il compito di liberare la percezione di tale rispecchiamento e di aprirla a favore dell’interlocutore. Credo che anche la scuola sia chiamata, con la sua arte, a uscire dal suo rispecchiamento e a ritrovare il tempo, lo spazio e l’azione dell’altro, ovvero di ciò che è diverso da me. Solo diventando ‘sottili’, solo sottraendosi, si ascolta e si impara a rispondere. Occorre tempo per riconoscere la grande ricchezza che l’incontro con gli altri genera: è necessario fare esercizio di ospitalità.
Il poeta, come il maestro, cerca le parole per ‘chiamare’, evocare l’altro e ritrovare in lui i significati delle parole che pronuncia. L’insegnante è il poeta, non spiega, suona. Interroga se stesso attraverso la materia che studia continuamente. Apre, indica, accompagna, manifesta un presentimento, spinge a cercare. È dentro le cose che dice. Non vede solo quello che sa, e richiede questa stessa abitudine in cambio di ciò che espone. Cerca di infondere quel desiderio di conoscenza che lo contraddistingue per il fatto di essere maestro. […]
C. Guidi, Interrogare e leggere. La domanda e la lettura come forme irrisolvibili di conoscenza, Sete edizioni 2021.