Lingua viva

Marco Cammarata

 

[…]

SI ricomincia, c’è sempre un attimo di esitazione, è quasi una resa, l’indecisione tra l’andare via e il tuffarsi. Una giornata gloriosa è tenerli dalle prime note, poi ancora note, si siedono, prendono posto brano dopo brano, ogni chiusura ancora arrangiata male riceve un applauso, non è la simpatia, sono lì per le note, non mi mollano allora devo continuare, non posso perdere il momento, li ringrazio, devono fermarsi ancora altri. Prendo fiato, faccio una pausa dopo aver suonato sei brani e forse più, stanno lì ad aspettare, mi aspettano, aspettano che smetta di riposarmi, stanno lì ad aspettare, mi attendono e io ci ritorno, passano due ore e sono ancora lì e non vanno via fino a che non si fa sera, fino a che il sole non casca giù e fino a che non si rintana nel suo antro stanno ancora lì – monsieur c’était super ce que vous avait fait!

Ne uscivo pieno di gioia, le persone non cercavano le note, volevano il cuore, lo volevano vedere battere lì per terra sanguinante nella custodia dello strumento aperta come uno sterno in una sala operatoria, volevano vederne il sangue schizzare fuori a fiotti ad ogni pulsazione ed io glielo davo, come potevo, come un macellaio – eccolo qua il cuore, infilandoci una mano dentro per strapparlo da quell’antro per farlo a pezzi così come preferite, quanto ne preferite, facciamo un chilo di cuore, eccolo tutto per voi, questo vi farà bene, potrete saltare per tre giorni di fila senza dormire, eccolo qui per voi, è tutto vostro.

Questo volevano le persone il sangue ma io solo non bastavo, non ero io soltanto, io ero il braccio e una parte di desiderio, e poi c’erano loro e non bastavano ancora, era un’aria che di tanto in tanto si posava come una nebbia su tutti noi, un incanto malgrado me, malgrado loro, malgrado tutto ciò che stava intorno, qualcosa che è dappertutto, che ci ricopre tutti di tanto in tanto, uomini, bestie, cose. Qualcosa che appena si spiega, per la quale si inventano profeti, colori, canti, religioni, un soffio, una brezza, un respiro, un’anima, una magia, non ha nome, non ha ragione, arriva e chi sa guardare allora vede verso dove tutto si piega al suo soffiare e dice che quella è la sua direzione verso la quale ancora è l’abbandono ad ogni costo, a qualunque prezzo, a qualunque costo.

[…]


M. Cammarata, Per strada. Testo inedito.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *