Libri

Jean Paulhan, L’arte informale (Elogio), Scalpendi 2023

 

La pittura informale appare un preciso giorno dell’anno 1910, quando Braque e Picasso cominciano a realizzare dei ritratti in cui nessuna persona dotata di un minimo buon senso è in grado di distinguere gli occhi, il naso, o la testa. E continua, seguendo direzioni e successi diversi, con Klee e la Scuola dell’Arte astratta, che i suoi fondatori, Kandinskij, Arp e Van Doesburg, preferiscono indicare con il termine di Arte concreta.
[…]
È difficile, ed è senza dubbio vano, cercare di definire in poche parole un’arte che mette in campo tante figure diverse. Al massimo, dando credito alle parole di Walter Pater, quel poco di vago e di apparentemente contraddittorio che possiamo iniziare a dire è che tutte le arti aspirano alla condizione della musica, la quale è unicamente composta di forme cui sarebbe pura chimera voler attribuire un senso preciso. Probabilmente, a questo ideale (sempre ammesso che tale sia), la pittura informale è riuscita ad avvicinarsi un po’ di più rispetto alle grandi scuole del passato.

Dal risvolto

J. Paulhan, L’arte informale (Elogio), Scalpendi 2023. Traduzione di Michele Zaffarano.

Titolo originale: L’art informel (Éloge), Paris, Éditions Gallimard, 1962.

Jean Paulhan (Nîmes, 1884 – Neuilly-sur-Seine, 1968), scrittore, editore e critico francese, è stato prima segretario (1920-1925) e poi direttore della “Nouvelle Revue Française” (1925-1940; 1953-1968), la prestigiosa rivista letteraria fondata nel 1908 da André Gide. Assoluto punto di riferimento per la cultura dell’epoca, gran parte della sua produzione si concentra sulla prosa applicata alle storie dell’arte.
Dopo un soggiorno in Madagascar (1907-1912) pubblica l’antologia di poesia popolare malgascia Les hain-teny mérinas (1913); chiamato alle armi nel 1914, racconta la sua esperienza in Le guerrier appliqué (1917). Si occupa poi prevalentemente di letteratura e linguaggio (Les fleurs de Tarbes ou la terreur dans les lettres, 1941; Clef de la poésie, 1944; Les causes célèbres, 1950; Petite préface à toute critique, 1951), nonché di pittura contemporanea (Braque le patron, 1946; Fautrier l’enragé, 1949; L’art informel, 1962, di cui si presenta qui la prima traduzione italiana).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *