Libri

Marco Ercolani – Giuseppe Zuccarino, Reciproche consonanze, Joker 2025

 

[…] A cosa aspira l’impresa chimerica del saggista Zuccarino? Potremmo dire, utilizzando il titolo di uno dei suoi libri, Prospezioni, che il suo è un avvicinamento geologico, lento, inesorabile, meticoloso, all’atto della scrittura considerato come ricerca illimitata e interminabile, ricerca che il singolo libro non è mai in grado di soddisfare se non definendosi come una “pausa nel viaggio”. La metafora del viaggio, non come percorso nomadico e capriccioso ma come ostinata perlustrazione interiore, è congeniale alla ricerca di Zuccarino, che non smette di scrutare, da angolazioni diverse, “il farsi della scrittura”. E questo “farsi” non frequenta le regioni diurne della costruzione ma quelle notturne della destrutturazione. Non è certamente casuale l’interesse costante  dell’autore per l’opera di Derrida, per gli incubi narrativi di Blanchot, per gli appunti folli di Artaud: esperienze estreme, che mettono in scacco tutte le certezze e le convenzioni letterarie […]

Marco Ercolani

[…] Fin dall’inizio della sua attività letteraria, Marco Ercolani ha mostrato una singolare propensione alla stesura di testi «apocrifi», cioè fondati sulla difficile e attraente finzione che consiste nel parlare indossando la maschera di un altro, sia esso un letterato, un pittore, un musicista, un regista, e così via. Il suo scopo non è quello di esibire un particolare e multiforme talento mimetico, ma è qualcosa di assai più serio e grave, in tutti i sensi del termine. Si tratta per lui di rifiutare la storia come fatalità, come concatenazione di eventi irreversibili e irrimediabili. Egli ha in odio la colpevole pigrizia che spesso ci induce a misconoscere autori ingiustamente trascurati o a fraintenderne altri il cui nome è invece assai più noto. Non accetta quel decreto dell’abitudine che vorrebbe vietarci di sognare, accanto alle opere che ogni giorno possiamo leggere, vedere o ascoltare, altre opere possibili e non realizzate, o realizzate ma andate perdute, oppure lettere e pagine di diario da cui trapeli come per caso un segreto nascosto, un’indicazione di poetica rimasta inattuata o incompresa. […]

Giuseppe Zuccarino

I testi inclusi nel presente volume, realizzati lungo un arco temporale ampio (dal 1993 al 2021), evidenziano come un’amicizia possa esprimersi anche tramite letture critiche, con le quali i due autori scandagliano e illuminano a vicenda i rispettivi lavori. Trovare le chiavi che dischiudano le porte dei testi altrui significa intuire gli stessi abissi nel mistero della scrittura, ma al tempo stesso compiere un’esplorazione nitida, acuminata, immune da identificazioni proiettive. Ogni testo è un cristallo che, grazie all’atto critico, si trasforma in magnete, generatore di irradiazioni nuove. Un libro come Reciproche consonanze non solo produce, ma esige queste irradiazioni. Due “schegge” tratte dal volume confermano la vicinanza etica che, in trent’anni di conversazioni e riflessioni, ha potuto stabilirsi fra gli autori. «In conclusione, quanto si delinea nel libro di Zuccarino non è il fascino intrigante e letterario di una scrittura critica, qui immune da ogni sorta di narcisismo stilistico, ma semmai la nitidezza e il rigore con cui viene espressa un’idea: l’artista, per essere tale, deve lavorare ai confini di se stesso e dello scacco della propria opera, portando la sua ricerca a un eccesso anche sgradevole di verità e di consapevolezza, benché la scrittura sia, come sempre, finzione. In quest’ottica, il critico non rassicura nessuno, non definisce nulla, e ci conferma che il testo non è mai un suolo fermo ma una superficie che nasconde abissi» (M.E.). «Ercolani, da parte sua, ritiene corretta una posizione intermedia, che rifiuti l’integralismo della ragione senza però lasciarsi catturare troppo dalla follia, perché sia nell’uno che nell’altro caso l’accesso all’attività creativa rischia di essere impedito. […] Per chi intende fare arte, si tratta dunque di accettare un momentaneo esodo dal mondo rigidamente controllato dalla razionalità, senza però perdersi in maniera durevole nella dimensione dell’irrazionale». (G.Z.).

Dalla quarta di copertina

M. Ercolani – G. Zuccarino, Reciproche consonanze, Joker 2025.

Marco Ercolani, nato a Genova nel 1954, è psichiatra e scrittore. Per la narrativa scrive: Vite dettate, Lezioni di eresia, Il mese dopo l’ultimo, Carte false, Il demone accanto, Taala, Discorso contro la morte, A schermo nero, Turno di guardia, Preferisco sparire. Colloqui con Robert Walser, Destini minori, Un uomo di cattivo tono, Senza il peso della terra, Le forme dell’aria, 14 luglio 1929. Due lettere a Freud, L’età della ferita. Intorno ai «Diari» di Kafka, L’altro dentro di noi. Per la saggistica: Fuoricanto, Vertigine e misura, L’opera non perfetta, Fuochi complici, Galassie parallele, L’altro dentro di noi. Per la poesia: Il diritto di essere opachi, Si minore, Nel fermo centro di polvere. Suoi testi aforistico-poetici sono presenti in Sentinella e Nottario. Aforismi 2015-2021. Con Massimo Barbaro scrive Paesaggio con viandanti, L’arte della distanza, Corrosioni, con Angelo Lumelli Cento lettere e con Francesco Denini Ground. Lettere sulla musica. Nel 2020 crea il blog «Scritture». Con Lucetta Frisa ha diretto la rivista «Arca», la rivista online «La foce e la sorgente» e dirige la collana «I libri dell’Arca». In coppia con lei ha scritto: L’atelier e altri racconti, Nodi del cuore, Anime strane, Sento le voci, Il muro dove volano gli uccelli, Diario doppio, Furto d’anima.

Giuseppe Zuccarino, nato nel 1955, è critico e traduttore. Ha pubblicato numerosi volumi saggistici, i più recenti dei quali, editi da Mimesis, sono: Il farsi della scrittura (2012), Prospezioni. Foucault e Derrida (2016), Immagini sfuggenti. Saggi su Blanchot (2018), Interscambi. Filosofia, letteratura, pittura (2019), Sacrifici e simulacri. Bataille, Klossowski (2021), Forme della singolarità. Da Michaux a Quignard (2022), Dittici. Filosofi tra parole e immagini (2023), Derrida. Pensare la letteratura e l’arte (2024). Editi da Joker sono invece Grafemi (2007), Da un’arte all’altra (2009), Note al palinsensto (2012), Rifrazioni e altri scritti (2017), Linguaggio e follia (2023). Tra i libri da lui tradotti figurano opere di Bataille, Klossowski, Blanchot, Caillois e Barthes.

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