Paolo Castronuovo, Bugiardino, Il Convivio 2023
1.1
il sacrificio del mattino
la pietra sulla schiena
la falce della morte –
una giornata inizia col peso
smisurato della luce
un fardello roboante di ferraglia
che interrompe il sonno e la quiete –
l’occhio deflora il buio
dilaga nella stalla dopo l’acqua
e il desiderio della giornata si allontana
dal respiro
2.4
i tuoi trucioli arrivano con la notte
sono bisce che mi scivolano sugli occhi,
sigillano le palpebre facendosi casa
nonostante l’insonnia sia una bestia
troppo feroce da domare.
non resta che una pelle bronzea da guardare
per abituarsi al buio,
vedere le labbra disegnarsi su una parete
e attendere il pizzico del giorno
6.4
la solitudine non ha convinzione
il dubbio è compagnia del sempre
i passi nel borgo e nella mulattiera
divengono carezza alle domande
martelli e picconi che scavano
l’osso del punto interrogativo
si acquietano con l’umido e il muschio
dell’inverno
mentre le suole si inzuppano nell’incuranza
una pozzanghera smuove i suoi cerchi
disseta la radice secca del corpo
ne alza la testa sotto la tettoia
dov’è il cielo stasera?
sto camminando col male sottobraccio
mentre ricerco salvezza
Castronuovo è il paladino dell’impossibilità risolutiva di un male inesorabile, progressivo, inarrestabile: la trappola del cosiddetto “mal d’aurora”, parola figlia del Maldoror lautreamontico. In altre parole, qui la parola è esattamente incarnazione aerea di un moto d’inciampo, l’inciampo del piede del viaggiatore nella linea di demarcazione, sottile, impercettibile e fatale, dell’Intra, dell’Indra orientale, del Mito della sovversione, del luogo anonimo e neutrale in cui il dio del fulmine e del tuono dardeggia e colpisce all’interno di un ambiente circoscritto che è il territorio brulicante dell’intra-psichico, dell’entre-deux. Si tratta di una letteratura composta nella stanza di una torre di vedetta, al di qua di un faro, dall’interno di un laboratorio di osservazione che redige documenti e referti perennemente incompleti e inconsistenti, carte in cui a mancare per fatalità è sempre la parola d’ordine, la chiave o il soffio di cancellazione e chiarificazione.
Alfonso Guida
P. Castronuovo, Bugiardino, Il Convivio 2023. Prefazione di Alfonso Guida.
Paolo Castronuovo è poeta, scrittore, editor. Tra prosa, poesia e volumi d’artista ha pubblicato dodici libri. Ricordiamo la trilogia poetica composta da: Labiali (Pietre Vive, 2016), L’Insonnia dei Corpi (Controluna, 2018) e La Croce Versa (Effigie, 2022); il romanzo La Falla Oscura (Castelvecchi, 2018). Ha scritto la poesia più breve mai esistita poi pubblicata in tiratura limitata come copia d’artista. Ha curato e tradotto H.P. Lovecraft nel volume Il Simbolo della Bestia (Joker, 2022). Dirige la collana clandestina aperiodica di plaquette «Occhionudo».