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Nelly Sachs, Negli appartamenti della morte, Giuntina 2024

 

OH NOTTE DEI BAMBINI CHE PIANGONO!

Notte dei bambini destinati alla morte!
Al sonno non è più permesso entrare.
Terribili guardiane
Si sono messe al posto delle madri,
Tendono nei muscoli della mano la morte sbagliata,

La seminano sulle pareti e sulle travi –
Ovunque si schiudono le uova nei nidi dell’orrore.
Paura succhiano i piccoli invece del latte materno.

Ancora ieri la madre attirava
Il sonno come una luna bianca,
Finiva la bambola con il rossore delle guance
                                                       sparito a furia di baci
In una mano,
Finiva l’animale di pezza, già diventato vivo
Nell’amore,
Nell’altra mano, –
Ora soffia il vento del morire,
Soffia via le camicie sfilandole dai capelli,
Che nessuno più pettinerà.

*

CORO DEI SALVATI

Noi salvati,
Nelle nostre ossa vuote la morte ha già intagliato
                                                                           i suoi flauti,
Sui nostri tendini ha già passato il suo archetto –
Ancora i nostri corpi si lamentano
Con la loro musica mutilata.
Noi salvati,
Ancora pendono i cappi annodati per i nostri colli

Davanti a noi, nell’aria azzurra –
Ancora le meridiane si riempiono del nostro sangue
                                                                       gocciolante.
Noi salvati,
Ancora si nutrono di noi i vermi della paura
La nostra costellazione è sepolta dalla polvere.
Noi salvati
Vi preghiamo:
Fate piano a mostrarci il vostro sole.
Passo passo portateci da una stella all’altra.
Fateci imparare la vita lentamente.
Sennò potrebbe bastare il canto di un uccello,
Un secchio che si riempie d’acqua alla fontana,
Per far sgorgare il nostro dolore mal sigillato,

E trascinarci via nella schiuma –
Vi preghiamo:
Non mostrateci ancora un cane che morde –
Potrebbe essere, potrebbe essere
Che ci dissolviamo in polvere –
Sotto i vostri occhi ci dissolviamo in polvere.
Cosa tiene mai insieme le nostre tele?
Noi, ormai senza soffio,
Noi, la cui anima è volata a Lui dalla mezzanotte
Molto prima che qualcuno salvasse il nostro corpo
Nell’arca dell’istante.
Noi salvati
Stringiamo la vostra mano
Riconosciamo i vostri occhi –
Ma a tenerci insieme è ormai solo l’addio,
La’addio nella polvere
Ci tiene uniti a voi.

 

Nelly Sachs nasce a Berlino nel 1891. Fin da molto giovane, scrive poesie, racconti e pièces per il teatro di marionette, opere che poi rinnegherà completamente nella seconda parte della sua vita. Con la madre la Sachs arriva a Stoccolma, grazie alla scrittrice svedese Selma Lagerlöf, nel maggio del 1940, con uno degli ultimi aerei da Berlino. Sarà l’inizio di trenta anni di esilio nel corso dei quali nasce un’opera lirica tra le più alte del Novecento, il cui tema centrale è la sopravvivenza allo sterminio degli ebrei d’Europa. In den Wohnungen des Todes, Negli appartamenti della morte (qui nella prima traduzione italiana completa), sancisce per lei, cinquantaduenne, la rinascita poetica nel nome di chi non può più parlare. A partire dal 1954 una relazione di stima e profonda amicizia la lega a Paul Celan che si adopererà per farla conoscere al pubblico. Nel 1966 Nelly Sachs vince il premio Nobel. Muore a Stoccolma nel 1970. Per Giuntina sono usciti le Lettere dalla notte (2015) e il carteggio con Paul Celan Corrispondenza (2017).

Dalla quarta di copertina

N. Sachs, Negli appartamenti della morte. Poesie, Giuntina 2024. A cura di Matthias Weichelt. Edizione italiana a cura di Anna Ruchat.

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