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Raffaele Carrieri, Un doppio limpido zero, Interno Poesia 2023

 

Il silenzio non mi salva 

Il silenzio non mi salva
la parola non m’aiuta.
Muri aggiungo muri tolgo.
Più mi scopro più mi nascondo.

 

*

 

Solitudine 

Solitudine e scatole di sardine,
fine di un altro inverno:
attendo dietro il muro
come la luna al chiuso.
Mia madre scende dall’ovale
e accende la luce,
poi torna di nuovo a morire.

 

*

 

Ho poco meno di cent’anni
a Domenico Cantatore

Sino alla fine sono incerto
se andando a ritroso
fui gallo da combattimento,
pesce cammello granchio.
Se avessi potuto scegliere
avrei preferito essere
in fondo, in fondo al mare
taciturno corallo.

Mancano nelle mie carte
camuffate
gli anelli intermedi
tra femmine e maschi.
Fuggirono probabili padri
in territori vergini
creando nuovi anelli
con metalli più nobili.

Ho poco meno di cent’anni:
non sono fra i galli
non sono fra i coralli.

 

R. Carrieri, Un doppio limpido zero. Poesie scelte 1945-1980, Interno Poesia 2023. A cura di Stefano Modeo.

Raffaele Carrieri (Taranto, 1905 – Lombrici di Camaiore, 1984) a quattordici anni s’imbarca e fugge clandestinamente in Albania, raggiungendola nell’ultimo tratto a nuoto e dove rimane alcuni mesi; da qui prosegue a piedi per il Montenegro. Nel 1920 è a Fiume con D’Annunzio dove viene gravemente ferito ad una mano. Dopo un breve soggiorno a Taranto si imbarca nuovamente, visita i porti del Mediterraneo e alcune città della costa africana. In seguito si trasferisce a Palermo, per due anni, svolgendo il mestiere di gabelliere. In questo periodo scrive le sue prime poesie che, più tardi, faranno parte della raccolta Il lamento del gabelliere (1945). Nel 1923 si stabilisce a Parigi dove conosce i maggiori poeti e artisti dell’avanguardia internazionale. Nel 1930 è a Milano dove comincia a partecipare alla vita culturale come poeta, scrittore, giornalista e critico d’arte. Nel 1953 vince il Premio Viareggio con Il Trovatore. In seguito si aggiudica il Premio Chianciano con Canzoniere amoroso (1959); il Premio Tarquinia-Cardarelli con Io che sono cicala (1967); il Premio Internazionale Taormina con Stellacuore (1970). Ha scritto oltre cinquanta volumi tra saggistica e narrativa, alcuni dei quali tradotti e pubblicati all’estero.

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