Trasfusioni

Omaggio a Pierre Alferi, a cura di Antonio Devicienti

 

Lavata dalla notte la città ha
un’aria di corte assolata
e deserta (rumore
sommesso dalla scuola) –
nessun adulto mi vede
– un banco,
una sbarra a più accessi,
imposte accostate, finestre chiuse –
meno che al secondo piano due
bolle d’intimità
penetrate dall’obiettivo –
una vecchia coi riccioli,
un giovane elegantissimo
fanno capire che
essere è essere
attraversati
dal pieno giorno – un rumore d’otturatore,
una pausa:
hanno chiuso insieme
sul fare del mattino
i finestrini di un convoglio
in partenza.

 

Lavée par la nuit la ville a
des airs de cour ensoleillée
déserte avec la rumeur
off de l’école —
aucun adulte ne me voit
— un banc
une barre à entrée multiple
volets fermés, fenêtres closes
sauf au deuxième deux
bulles d’intimité
crevées par l’objectif —
une vieille mise en plis
un jeune épinglé
posent la condition
être c’est être
percé
à jour — un bruit d’obturateur
une pause
ils ont fermé ensemble
sur le premier temps du matin
les hublots d’un convoi
qui démarre.

(da Brefs, P.O.L. Éditeur, 2016)


Pierre Alferi, figura di assoluto spicco nel panorama della cultura europea, è morto il 16 agosto 2023; ho cercato di rendere un tributo alla sua opera scegliendo un testo in versi e proponendone una traduzione che (sia chiaro) è ben lontana dal rendere tutte le valenze e le oscillazioni insite nelle scelte lessicali e nelle immagine suscitate.
Mi è piaciuta l’idea di una scrittura che, simile a un obiettivo fotografico, vaga per una città non ancora del tutto travolta dalla frenesia diurna e che conserva ancora un’intimità che, con immediato pudore, nel momento stesso in cui viene colta torna a velarsi avviandosi nel viaggio attraverso il nuovo giorno.

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