Knut Hamsun, Fame, Adelphi 1974
“A quel tempo ero affamato e andavo in giro per Christiania, quella strana città che nessuno lascia senza portarne i segni…
Ero coricato, sveglio, nella mia soffitta: sotto di me una pendola sonava le sei: Era già piuttosto chiaro. Sulle scale si sentiva una certa animazione. In basso, accanto alla porta, dove la parete era tappezzata con vecchi numeri del «Morgenbladet», distinguevo benissimo un avviso del direttore dei Fari. Un pò più a sinistra il fornaio Fabian Olsen elogiava a lettere cubitali il suo pane fresco […]”
Il grande choc che la letteratura nordica procurò all’Europa di fine secolo è legato a due romanzi: Inferno di Strindberg e Fame di Knut Hamsun, pubblicato nel 1890. Ed è uno choc la cui violenza il lettore sentirà ancora oggi.
Un giovane scrittore, nei cui tratti e nelle cui esperienze si riconosce facilmente lo stesso Hamsun, passa un periodo di solitari deliri e tortuose riflessioni nella città di Christiania, tentando di sopravvivere con sporadiche collaborazioni giornalistiche, in attesa di manifestare il suo genio letterario. Vari personaggi lo sfiorano e scompaiono, ma unica vera e costante compagna, inesorabile antagonista, è la fame, presenza ossessiva che riesce a trasformare le apparenze del mondo come una potentissima droga, producendo una continua oscillazione fra atroci depressioni e morbose euforie. Visionario della fame, il giovane scrittore scopre il carattere fantomatico e oppressivo della vita urbana, si inoltra negli infiniti sottosuoli della mente, lascia infine che esploda la sua rabbia fisiologica contro una società che sembra affinare sempre più, col tempo, le sue torture. E la sua narrazione brucia il naturalismo esasperandolo – mentre nel più immediato quotidiano vediamo affiorare un nuovo spessore di spettralità e violenza.
Dalla quarta di copertina
K. Hamsun, Fame, Adelphi 1974. Traduzione di Ervino Pocar.
Titolo originale: Sult
Knut Hamsun, nato Knut Pedersen, è stato uno scrittore norvegese. Il suo capolavoro resta Markens Grøde del 1917, che gli è valso il Premio Nobel per la letteratura nel 1920. La prosa di Hamsun spesso contiene fervide descrizioni del mondo naturale, con intimi riflessi delle foreste e delle coste norvegesi. Per questa ragione è stato collegato al movimento spirituale noto come panteismo. Hamsun vede umanità e natura unite da un forte e qualche volta mistico legame. Questa connessione tra i personaggi e i loro ambienti naturali è esemplificato nel romanzo Pan. Fu un eminente sostenitore della cultura tedesca e della Germania, che sostenne durante la prima e la seconda guerra mondiale. Malgrado la sua grandissima popolarità in Norvegia e nel mondo, Hamsun attraversò un periodo di considerevole sfavore a causa del suo sostegno al governo nazionalsocialista di Vidkun Quisling.