Libri

Jacques Roubaud, Qualche cosa nero, FinisTerrae di Ibis 2023

 

Chaque image de toi – je parle de celles qui
sont dans mes mains, devant mes yeux, sur les
papiers – chaque image touche la trace d’une
reconnaissance, l’illumine

Ogni immagine di te – parlo di quelle che ho
tra le mani, davanti agli occhi, sulla carta – ogni
immagine tocca la traccia di un riconoscimento,
lo illumina

Dalla quarta di copertina 

«La tua morte dice il vero. La tua morte dirà sempre il vero. Ciò che dice la tua morte è vero perché dice.» Un uomo ha perduto la sua donna e dice, riga dopo riga, il dolore della sua assenza, il dolore più difficile da scrivere. L’uomo è il poeta Jacques Roubaud, la donna è la fotografa Alix Cléo Roubaud. Qualche cosa nero, pubblicato nel 1986, è il libro del lutto della poesia. Il poeta rivela l’entità del suo dolore, gli effetti della morte e dell’assenza sulla vita e sul linguaggio: essi appaiono proprio come il negativo – inverso della luce, bianco e nero che si scambiano – che rivela l’immagine. Dietro ogni frase ci sono le mani, il ventre, il corpo della donna amata… Questo libro è il dialogo postumo in cui «l’inchiostro e l’immagine si ritrovano solidali e alleati», è il tentativo, privo di consolazione, di ritornare nel presente, il tempo del «tu», l’unico tempo possibile in cui poter realizzare l’«io».

Dal risvolto

Jacques Roubaud, Qualche cosa nero, FinisTerrae di Ibis 2023. Traduzione di Domenico Brancale e Tommaso Santi.

Titolo originale: Quelque chose noir, Éditions Gallimard1986.

J. Roubaud, poeta, prosatore, matematico e traduttore, è nato nel 1932 a Caluire-et-Cuire nella regione del Rhône. Trascorsa la sua infanzia a Carcassone, dopo la guerra si trasferisce a Parigi. Nel 1966, insieme a Georges Perec, entra a far parte del circolo Oulipo, fondato da Raymond Queneau e François Le Lionnais, dando con la sua scrittura un esemplare dimostrazione del potenziale creativo che si sprigiona dall’interpenetrazione di matematica e letteratura. Con J.-P. Faye e Maurice Roche fonda nel 1968 la rivista «Change». Tra le sue opere si ricordano: ∈ poèmes (1967), Quelque chose noir (1986); i romanzi consacrati a Hortense (1985, 1987, 1990), il ciclo di prose Le grand incendie de Londres, raccolte in unico volume nel 2009; Poétique. Remarques (2016), Traduire, journal (2018), Chutes, rebonds et autres poèmes simples (2021). Nel suo lavorìo di scrittore ha rivisitato con disinvoltura tutti i generi, sfumandone i confini e rinnovandoli. Testo dopo testo, Roubaud ha dato vita a un’opera che è diventata parte essenziale del panorama letterario contemporaneo.

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