Danilo Dolci, L’educazione, Edizioni di Comunità 2020
[…] Scoprire insieme interessanti punti di partenza nella ricerca, nell’operare e nell’attiva verifica, permette di andare molto lontano: un interesse può aprirsi a un altro, non c’è limite alla catena. L’opera educativa cresce, via via la si sviluppa, come l’opera d’arte: per gran parte a priori è imprevedibile. […]
Danilo Dolci
Sapere inventare con gli altri il proprio futuro è una della maggiori riserve di energia rivoluzionaria di cui il mondo possa disporre per liberare nuove possibilità di cambiamento. Anche un centro educativo può diventare, nel suo piccolo, un cantiere di tutto questo.
Dalla quarta di copertina
Soprannominato il “Gandhi italiano”, Danilo Dolci a partire dal secondo dopoguerra applicò il suo innovativo metodo educativo nelle zone più povere della Sicilia, combattendo e denunciando la presenza mafiosa nell’isola attraverso la pratica della nonviolenza. La sua opera sul territorio e i numerosi scritti con cui la testimoniò gli valsero la stima e gli apprezzamenti di diverse personalità italiane e internazionali, tra cui Norberto Bobbio, Italo Calvino, Adriano Olivetti, Aldous Huxley, Jean Piaget ed Erich Fromm.
Dal risvolto
D. Dolci, L’educazione, Edizioni di Comunità 2020. Biografia a cura di Giuseppe Barone.
Danilo Dolci (Sesana, 1924-Trappeto, 1997), dopo l’esperienza di Nomadelfia, «la città dove la fraternità è legge», si trasferì a Trappeto vicino Trapani, iniziando un’instancabile attività di animazione sociale. Tra le sue opere: Inchiesta a Palermo (1957), Spreco (1960), La struttura maieutica e l’evolverci (1996), Racconti siciliani (2008), Banditi a Partinico (2009) e Processo all’articolo 4 (2011).