Trasfusioni

Yang Lian, Biografia, traduzione di Celia Notarbili

 

1. Già letto 

sembra che nei cimiteri cinesi i pini crescono come respirano
il vento silenziosamente cambia il verso del giorno
l’aratro  va avanti e indietro fino alla fine del campo
verde   un libro della fertilità di agosto
la vita pianta il seme dei morti

notte   tutte le stelle viaggiano in fondo ai pozzi di giada

hai letto una biografia per tutta l’estate
l’ombra dei pini affoga nell’acqua
la sedia colma d’acqua incisa in un bassorilievo
il mare in lontananza s’infuria nella solitudine
versi di uccelli straripano nel cielo   come se non avessero cantato
stai leggendo come se non avessi letto nulla

c’è solo   l’arte che sferza un pomeriggio e lo annerisce

2. Venir letto

nutrire in modo affabile il disdegno
quando maledici il paesaggio là ti fai cigno
nell’acqua incessante dove scorre il passato   hai paura
intemperie ti sconfiggono ancora facilmente

il tempo è sempre immobile
nell’angolo buio del cimitero una lastra di pietra
allarga lo zigomo dell’ultimo volto   calpestato dai tacchi
sotto la pioggia un autobus rosso giunge   a destinazione
una poesia   una volta al giorno volge al termine
non sei più tu ma soltanto la tua follia
non possiedi mani   hai soltanto un ombrello riservato allo specchio
testimone di come un poeta modificato da una macchina da scrivere si avvicina al sentimento
cosi vicino che la biografia gli strappa le mutande
la vita si arrende di fronte alle tre ore di tortura di qualcun altro

3. Non venir letto

a volte essere sognati è più pericoloso di sognare
a contorcersi sotto la pelle è una goccia di sangue   non una parola
non puzzano più le ferite di ieri
quella smania accecante di riprodurre esemplari rossi di farfalle
un crepuscolo dopo l’altro attraverso te riempie intervalli vuoti
la rete del letto in camera si sposta strillando in ogni direzione
sei stato trasportato dai tuoi incubi
come l’estremità del cavo elettrico   una lacrima
di vetro che non riesce a sgorgare

il lettore di un’altra estate è più triste di te
come se fosse il tuo autore
ti bacia    la punta della tua lingua si decompone e inverdisce
ti spaventa   non puoi vendicarti   non sei vagabondo
il malato di ieri tagliato dai denti della lama argentea di un libro
fuori di sé viene scacciato da un nome fuso nel ferro
perché il cielo ha già voltato questa pagina

4. Non letto

le formiche sanno come arrampicarsi sul volto di una foto
le formiche  zampettano sugli occhi aperti
calpestando il nero o il color carne delle parole

spianate   non provano nemmeno a stringersi
l’acido formico ingiallisce un pomeriggio   spargendosi

organi di gatto morto richiamano le mosche
fuori dalla finestra uccelli appesi tra i pini   gemono ad alta voce

nessuno starà leggendo   chiunque
avverte il fruscio in tempesta di un pennino   avvicinarsi alla carta

ti oltrepassa   e le stagioni sul tuo volto
globi degli occhi   come cumuli di neve franata nelle orbite
contando una per una le zampette staccate delle formiche

tutto cade dentro   l’immagine esemplare   della morte

5. Lo spazio vuoto e l’intermezzo

una giornata di sole comincia sempre dal mare
comincia da una serie di vuoti   comincia dalle menzogne

non ricordiamo bene il tempo   aspettiamo
di cogliere la rosa potando un giardino abbandonato
alla luce del sole    rossi e bianchi cervelli ipertrofici
nel diario rincorrono grafie confuse

non ricordiamo bene   l’odore salato della brezza marina quotidiana
ogni corpo che non ha indirizzo
blu irremovibile   che abbaglia dopo la stesura   dei ricordi

arsa   una vita di cenere continua
potare rose fino a che il giardino non verrà trapiantato sul mare
colmare un momento in cui nessuno ha vissuto
al tempo stesso con sensibilità e indifferenza pittografica

6. Non letto, ma letto

solo la morte si trasmette   nella lingua cade la neve
solo la bocca si trasmette a una madre che grida di dolore
l’impotenza del cielo come una gara di fiato
il frinito della cicala stridula dentro di te
agosto   nel verde si riempie di morti rigonfi

solo la solitudine   riesce a incidere segni sul vetro
tutti quando vengono infilati nella carne di un morto raddoppiano la solitudine
per invecchiare non hai età
il poema che dorme nella dimenticanza dorme anche nell’ombra

solo la deriva permetterà a entrambi sul proprio corpo
di scrivere dell’altro   in estate
un morto ogni anno cade su i verdi pini innevati
la sabbia della notte non smette di fluire
ogni qual volta è alba   rilegge l’esperienza dell’esser scarnificati

 

 


Questa sequenza di poesie fa parte della raccolta Dove si ferma il mare di Yang Lian, scritta tra il 1992 e il 1993. In Italia la traduzione di questo libro si deve a Claudia Pozzana (Libri Scheiwiller 2004 e Damocle edizioni 2016).

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