Libri

Anna Ruchat, La forza prigioniera, Passigli 2021

   

«Figli d’uomo o di bestie
in tutti è lo stesso soffio»
Qohélet,
(tr. di Guido Ceronetti)

   

Ricordi dov’eri?
Lo stesso grembo ci ha portato all’inizio.

Poi nel bacino del tempo
ogni cosa è cambiata
e non ti hanno avvertito

Troppa fretta ha il tuo cuore
di mettersi al riparo
troppo
si agita           fuori dalla mente

Mi fa paura
l’ostile che dilaga

questo machete
                          che separa le viscere

questo precipitare dei cognomi
nella crepa dell’assenza

*

«Filtrare nella gelida notte
un filo di speranza
il ricordo d’un nuovo paese.»
DAVID MARIA TUROLDO, In columna nubis

  

Astio   ronza nel prato

Parola o silenzio
nulla
ha senso   intorno
alla tavola apparecchiata

come sonnambuli i bambini
                       zittiscono l’affetto
imparano a mentire

«Siamo un grappolo d’uva
che cola un mosto amaro.»

Tu senza alfabeto
io che tengo
            come un sasso,
la speranza tra le mani

*

«Ai piedi della terra sia il tuo perdono.
Come l’ombra al suo macigno.»
DOMENICO BRANCALE, Controre

  

Trascinare il perdono
sul limite estremo
là love l’ombra abbandona il macigno
il sentiero
i piedi che non hanno più direzione

trascinarlo oltre
       il precipizio della parola
              sempre più in alto
verso un presente
                      verso
il miracolo del possibile

   

A. Ruchat, La forza prigioniera, Passigli 2021. Con una nota di Domenico Brancale.

Anna Ruchat, traduttrice e scrittrice. Nata a Zurigo nel 1959, ha studiato filosofia e letteratura tedesca tra la sua città natale e Pavia. I suoi esordi letterari sono legati alla traduzione e, in particolare, a quella di Il respiro e Il freddo di Thomas Bernhard, pubblicati per le edizioni Adelphi. Da allora ha tradotto molti scrittori di lingua tedesca, tra cui Paul Celan, Friedrich Dürrenmatt, Victor Klemperer, Nelly Sachs, Mariella Mehr, Christine Lavant. Ha pubblicato racconti e raccolte di poesia.

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