Trasfusioni

Louis-Ferdinand Céline, Lettere di gioventù, a cura di Sabino Rubedi

“Ragazzo molto intelligente ma viziato dalla famiglia: si crede una meraviglia, ma è solo vanitoso oltre l’immaginabile. Impegno soddisfacente. Comportamento corretto.”

Con questo giudizio finale, nel giugno del 1907, a tredici anni, il giovane Louis Destouches, il futuro Louis-Ferdinand Céline, ottiene il diploma di scuola dell’obbligo. Nell’agosto dello stesso anno viene mandato all’estero dai genitori per imparare le “lingue vive”, che gli serviranno per esercitare la professione di “responsabile acquisti” dei grandi magazzini, alla quale lo avevano destinato. Fino alla fine del 1908 è in Germania, prima a Diepholz, nella regione di Hannover, ospite a pensione del direttore della scuola, poi a Karlsruhe. Da febbraio a novembre 1909 soggiorna prima a Rochester e poi a Broadstairs, nel Kent, in Inghilterra.
La scelta di lettere che qui si presentano per la prima volta in traduzione, sono state scritte durante questi due lunghi soggiorni linguistici, tutte indirizzate ai genitori e agli zii. Il ritratto che si delinea nel filo della corrispondenza è quello di un ragazzo che aderisce nella maniera più ortodossa ai valori della piccola borghesia commerciante e impiegatizia rappresentata dai genitori, nonché a uno stretto conformismo di classe. Se si compara Morte a credito, in cui sono state trasposte le esperienze di questi due soggiorni, con le lettere scritte dal giovane Louis, ci si stupisce di scoprire un ragazzo che è l’esatto opposto del Ferdinand del romanzo: il giovane Louis Destouches è molto rispettoso dei genitori, affettuoso, serio, attento a non creare loro problemi o a impensierirli, consapevole dei sacrifici finanziari che i genitori sopportano per fargli studiare le lingue e preoccupato per le loro finanze. Di una serietà adulta nelle sue riflessioni e osservazioni, spesso tradita tuttavia dall’ingenua spontaneità giovanile.
La lettura di queste lettere dà il senso della presenza soffocante dell’ambiente familiare sul giovane Céline, alla quale di lì a poco si sarebbe ribellato, e che avrebbe descritto come un mondo fisicamente e moralmente asfittico.
Nulla tuttavia lascia presagire che lo scrivente sarebbe diventato il romanziere iconoclasta per eccellenza del XX secolo e l’abietto scrittore di pamphlet razzisti e antisemiti al vetriolo, che avrebbero cambiato e segnato per sempre il corso della sua esistenza, facendone la personificazione dello scandalo umano e letterario dei nostri tempi.

Tutte le lettere sono tratte dal volume “Céline, lettres”, Bibliothèque de la Pléiade, Gallimard.


    

Prima lettera ai genitori: dopo avere accompagnato il figlio a Diepholz, i genitori sono tornati a Parigi.

Diepholz, 30 agosto 1907.

        Cari genitori
Dopo aver portato la cartolina postale alla posta (verso le 6), siamo andati al caffè dove eravamo stati giovedì mattina, di proprietà di [nome lasciato in bianco con un punto interrogativo], la cugina della Signora Schmidt, cosicché mi hanno proposto (gratuitamente) una passeggiata sulla Hunte insieme ai bambini, comincio a capire come si manovra la pertica, insomma, poi siamo tornati a casa e mi hanno dato un biglietto per Papà che ti invio con questa lettera, un po’ più tardi, dopo mangiato, ho ricevuto Qui lit rit che mi ha fatto molto piacere, così scriverò una cartolina allo zio Louis. Siamo andati a letto alle 9.30 e dopo aver passato la mia prima di esilio questa mattina ho ricevuto una cartolina postale dello zio Charles il quale mi dice che presto mi invierà una lettera. Gli risponderò, ma è meglio scrivere una  lettera o una cartolina postale? Ho preso lo sciroppo, sono andato in bagno, e sulla mia porta ho scoperto una serratura che fin qui non avevo notato.

   Dopodiché sono andato a scuola, sono stato accompagnato nella mia classe e qui mi son ritrovato un maestro fantastico ma gli alunni molto meno, lo vedrai da quanto segue — la lezione volgeva al termine e gli alunni erano già usciti (alle 10.30 poiché non c’erano che due lezioni) quando il Signor Schmidt mi dice di andare via con Hilde e Anna. Mi ha accompagnato fino alla stradina ma appena m’ebbe lasciato i piccoli crucchi mi hanno seguito dicendo “du, sei francese”, era alquanto buffo, ma quanto strillavano, cosicché l’ho riferito al Signor Schmidt che mi ha detto che d’ora in poi sarei uscito da scuola sempre con lui. Dimenticavo di dirti che questa mattina ho conosciuto il mio insegnante di pianoforte, è giovane e molto simpatico. Poi siamo andati a fare il bagno con Werner che lo ha fatto malvolentieri. Ci siamo incontrati con diversi professori, hanno trovato che nuoto bene e hanno imparato a fare le bracciate da me, poi siamo rientrati e ti sto scrivendo durante la siesta. Comincio a conoscere il carattere di ognuno, il Signor Schmidt è molto gentile e di umore uguale, la Signora Schmidt è molto mutevole, certi giorni allegra e affabile, in altri calma e introversa.
Infine, per terminare la lettera, vi raccomando di non darvi pensiero sul mio stato, non potrei essere più felice, tuttavia sarei contento di vedere mamma se può in novembre e papà a Natale.
Questa sera ho ricevuto una vostra cartolina da Colonia.
Vostro figlio che vi abbraccia. Scrivimi quanto più ti è possibile.

 Louis Destouches

P.S. Mandami se puoi il mio dizionario. Mi sono accorto all’ultimo secondo che potevo metterti nella busta la cartolina postale per lo zio Charles.

*

Diepholz, 1 settembre 1907, ai genitori.

       Cari genitori
Ieri dopo aver portato la lettera alla posta siamo andati alla centrale del gas poi abbiamo fatto un grande giro e siamo passati dalla stazione e infine siamo tornati a casa, dove la Signora Schmidt aspettava la visita di sua zia alla quale fa sgranare i fagioli dell’orto. Abbiamo cenato in compagnia di questa signora. Dopo una buona nottata questa mattina siamo andati a scuola, il Signor Schmidt ha rimproverato gli alunni che avevano provocato l’incidente che ti ho raccontato nella lettera di ieri. Sono uscito alle 10.30 poiché dalle 10.30 alle 11.30 c’erano le prove della famosa festa tedesca “La capitolazione di Sedan” alla quale naturalmente non andrò; si celebra lunedì mattina a scuola nella sala delle feste. Questa mattina dopo la lezione siamo andati al bagno, mandami l’altro costume perché quello grande che ho è sconosciuto qui a Diepholz, i costumi che si portano qui sono ancora più piccoli di quelli che metto a Ablon. Poi abbiamo pranzato ed è durante la siesta che ti scrivo. La domestica asciuga le biciclette come si usa qui. Mi sono accorto guardando il calendario che il 1° novembre è Ognissanti, il 2 la festa dei Morti e il 3 domenica. Se vieni approfitta quanto più possibile di questi tre giorni, così sprecherai poco tempo. Non ho ancora ricevuto la tua lettera da Parigi ma spero di riceverla stasera.
Come sta Bobs? Maria rimane? Fa bel tempo lì? qui c’è un tempo eccezionale. Le pesche sono mature? e l’uva? La comare Lethieure si sdilinquisce sempre sul mio conto? Compare Pacote continua a fare i suoi preventivi e la comare Pacote dimagrisce? Scrivimi tutto nella prossima lettera.
Vostro figlio che vi abbraccia.

 Louis Destouches

Se la mia lettera non è scritta bene, è che ho fatto in fretta perché partisse prima delle 2.30.

*

[Diepholz, lunedì 2 settembre 1907, ai genitori]

   Sabato sera, dopo aver portato la lettera alla posta, siamo andati dalla cugina del Sig. Schmidt. Ho fatto un giro in barca, la sera ho ricevuto Le Petit Parisien e le due cartoline. Sta meglio l’occhio di papà?
Domenica mattina ho studiato, poi abbiamo raccolto le mele, tantissime e belle. Dopopranzo siamo andati alla buvette del parco dove si celebrava la festa di Sedan. Lì, sulla grande piazza, hanno sfilato le autorità cittadine: il prefetto in divisa da ufficiale di riserva e gli impiegati della Schloss[i], dietro, gli anziani della città con dei piccoli berretti eccessivamente alti: erano buffissimi, tra i quali il nostro venditore di cartoline.

   Comunque la cosa più seccante è stato quando dopo il discorso patriottico del prefetto, hanno tutti urlato «es lebe Kaiser»[ii] agitando i cappelli. Per non sembrare ridicolo ho fatto come loro e ho gridato «viva il Kaiser». Poi abbiamo incontrato il mio insegnante di pianoforte, quello della mia classe e un altro, che hanno chiesto al signor Schmidt se potevamo fare un giro con loro. Abbiamo passeggiato nel parco parlando un po’ tedesco e un po’ francese, in seguito abbiamo ritrovato il signor Schmidt alla «banhof».[iii] Questa mattina ho ricevuto le vostre due cartoline che mi hanno fatto molto piacere. Non sono andato a scuola poiché c’era la festa di Sedan. Per «rispetto patriottico» non ci sono andato, ma mi pento perché sono stati distribuiti dei dolci. In questo momento sono a un capitolo difficile della grammatica, «le declinazioni», ma abbiamo appena iniziato e col tempo tutto andrà a posto.
Vostro figlio che vi abbraccia e che stringe la zampa a Bobs.

    L. Destouches

*

[1 gennaio 1908, ai genitori]

   eccoci a capodanno. È una festa che, benché io non sia con voi, deve rallegrarvi. Con questa festa vengono i miei auguri di buon anno, ma non banali come gli altri. Vi auguro di essere per sempre in buona salute, vi ringrazio con tutto il cuore dei sacrifici che sopportate per il mio futuro. Ma dovete credere che non sarò un ingrato e che più tardi avrete modo di felicitarvi dei grandi sacrifici che fate per me Papà e Mamma, vi siete ancora fatti carico del viaggio per venirmi a trovare al fine di rendere il mio soggiorno più gradevole, papà recentemente mi ha dato nel suo ultimo passaggio delle soddisfazioni e dei piaceri il cui ricordo durerà fino a Pasqua quando verrò a trovarvi, tra tre mesi, li impiegherò bene al fine di darvi il piacere più grande possibile, terrò conto delle osservazioni per correggermi. Quest’anno dunque, immaginatevi con me come io mi immagino con voi, e penserò anche alle riunioni di capodanno dalla Nonna che sarà anche lei con noi col pensiero. Non mi annoio, oggi ci sarà del gelato, è triste che papà non sia più qua. Invierò una lettera giovedì.
Di nuovo i miei migliori auguri di buon anno.
Vostro figlio che vi abbraccia tanto.

   L. Destouches

Note:

Nei limiti della comprensibilità del testo la punteggiatura e lo stile sono stati conservati.
Le date tra parentesi quadre sono state ricostruite.
Il giovane Céline aveva l’abitudine, per illustrare un oggetto o una situazione, di schizzare dei disegni ad uso dei corrispondenti.

[i] Il castello di Diepholz
[ii] Per “Er lebe der Kaiser”.
[iii] Per “Bahnhof”.

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