Henri Michaux
Da Luoghi, momenti, traversate del tempo.
A Micheline PHANKIM
Dimensione che distende, che aumenta, che in larghezza
si estende, mi estende. Che mai è che arriva, deriva,
musica che mi circonda, m’inonda. Piena la testa d’albe,
avanzo spingendo porte senza battenti.
Non più spossatezza. Arcobaleno di meraviglie. È così
bello il rinnovo; il mattino pensa da ogni parte. È possi-
bile? È vero? Il male, l’inquietante, l’interminabile male,
una distesa, una distesa invisibile l’ha fatto sparire.
Felicità! Non ho più da scendere.
Un arrivo, un altro arrivo. Il fiume degli arrivi fluisce.
Non ci son più che arrivi.
Flusso, flusso senza fine respingendo restrizioni, deli-
mitazioni, empiendo, riempiendo, mausoleo che inoltre
sappia fluire. Su onde proposte, onde di me, onde di sé,
onde viaggianti su onde.
Momenti, momenti senza dubbio, senza a lato, senza
tornare, senza adunarsi, filanti, indipendenti.
Un momento stelo, un momento disarmato, passa un
momento tutto presa. Un momento precede, un momento
si precipita, un momento chiama, l’eco di un momento.
Un momento ripassa, abbandona, s’allinea, un momento
dopo, un momento sprofonda, un momento parente, un
momento da rivedere.
Un momento ancora.
Un momento sul posto, un momento del cominciamento
dello spostamento di sé, un momento che sommuove da
cima a fondo, scoprendo un momento nero.
H. Michaux, Ombre per l’eternità, Scheiwiller 1973. Traduzione di Diana Grange Fiori.