Miguel Gotor, Il memoriale della Repubblica, Einaudi 2011
La terribile vicenda di un documento nascosto, censurato e disperso, che consente di ricostruire la crisi della Repubblica e la traiettoria di una generazione. La sfida di guardare al nostro passato più difficile con gli occhi della storia.
Scritto e riscritto a mano dal prigioniero, fotocopiato e battuto a macchina dai brigatisti, il memoriale che Aldo Moro produsse durante il suo rapimento per rispondere agli interrogatori delle BR è stato al centro di una rete di delitti, ricatti, conflitti tra poteri legittimi e non, che ha coinvolto alcuni tra i protagonisti della storia repubblicana: dal generale Dalla Chiesa ad Andreotti, da Gladio alla P2, dai servizi segreti alla banda della Magliana, dall’omicidio del giornalista Pecorelli ai brigatisti Moretti, Gallinari, Senzani e Fenzi.
Lo stesso memoriale è incompleto, avvolto dal mistero: perché le BR non lo resero mai pubblico come invece avevano promesso? I dattiloscritti rinvenuti nel covo brigatista di via Monte Nevoso nel 1978 furono censurati e da chi? Perché dovettero passare dodici anni prima che nel medesimo covo fosse scoperto un nascondiglio da cui emersero numerose fotocopie degli autografi di Moro? E dove è finito il manoscritto originale?
Le risposte a tali domande si trovano in questo libro, dove Miguel Gotor dimostra, come già nella sua fortunata edizione delle lettere dalla prigionia, che è possibile sottrarre le carte di Aldo Moro alle dietrologie e ai sospetti, per consegnarli al rigore del metodo storico.
Dalla quarta di copertina
M. Gotor, Il memoriale della Repubblica. Gli scritti di Aldo Moro dalla prigionia e l’anatomia del potere italiano, Einaudi 2011.
Miguel Gotor (Roma 1971) insegna Storia moderna all’Università di Torino. È stato fellow presso «Villa I Tatti. The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies» e senatore della Repubblica dal 2013 al 2018. Si occupa di santi, eretici e inquisitori tra Cinque e Seicento e di storia italiana degli anni Settanta del Novecento. Ha pubblicato, tra l’altro, I beati del papa. Santità, Inquisizione e obbedienza in età moderna (2002) e Santi stravaganti. Agiografia, ordini religiosi e censura ecclesiastica nella prima età moderna (2012). Per Einaudi ha curato le Lettere dalla prigionia di Aldo Moro (2008), la raccolta di scritti di Enrico Berlinguer La passione non è finita (2013) e ha pubblicato L’Italia del Novecento. Dalla sconfitta di Adua alla vittoria di Amazon (2019).