Beatrice Orsini – due poesie
Se mi fosse dato scegliere, aprirei
il mio corpo con un’ultima, lunga, verticale cerniera
rivolterei il dentro, con il fuori
farei, della corda cui si attorciglia la gola,
una carogna fresca, per la gioia dei cari.
Offrire un corpo scalzo ai margini della sera:
ciò che qualcuno chiama poesia.
So per certo che mi ammalerò
(lo dissi con fiducia un giorno, alla civetta)
la voce si scheggerà contro un dente
dalla lingua usciranno grida in coda di cometa
mangerò le mie stesse parole
dopo averle ripudiate.
Non ho chi incolpare dei miei mali
si nasce già orfani ed in esilio.
Non c’è nulla di eroico nel mio soffrire
la mia è una malattia alquanto banale.
*
Ci salutiamo.
Tu accosti l’acqua dei canali,
io percorro reticoli spinati.
Sopra le teste sono divisi i cieli.
Falsi dei in mezzo alle navate:
è di seconda mano anche l’inferno.
B. Orsini, Anche l’acqua ha sete, Edizioni Controluna 2018.