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Paul Celan – Erich Einhorn TU SAI COSA SONO LE PIETRE…

In occasione del centenario della nascita di Paul Celan è da qualche giorno apparso per le edizioni «Prova d’Artista» della Galerie Bordas Tu sai cosa sono le pietre…, che raccoglie la corrispondenza tra il poeta e il suo amico d’infanzia Erich Einhorn. La traduzione è di Anna Ruchat che ha corredato le lettere di un notevole apparato di note, offrendo in chiusura anche un’inedita versione della poesia Schibboleth, da un verso della quale il volume trae il suo titolo. L’edizione è arricchita da una nota di Domenico Brancale, Una questione di date, e due riproduzioni degli inchiostri dell’artista georgiana Sophie Ko.
È un vero e proprio libro d’artista con una tiratura limitata a 50 esemplari e un’edizione di testa di 4 esemplari, ognuno dei quali accompagnati da un’opera originale di Sophie Ko. Quello che dovrebbe essere un libro è in realtà un fascicolo che cerca di riprodurre i fogli sciolti del carteggio originale. La copertina è una busta in cartoncino marrone sulla quale è riprodotto l’autografo di una poesia di Celan. Le lettere di Celan sono stampate su carta goffrata bianca A4, che al tatto lascia immaginare di sfiorare le dune di neve della Bucovina. Quelle di Einhorn su carta vergata crema A4. La nota di presentazione di Anna Ruchat e il testo di Domenico Brancale su un opuscolo di 8 pagine A4 in grigio perla, che ricorda l’impronta della cenere.
Al centro delle lettere vi è il lavoro di traduzione di Celan sui poeti russi Esenin, Blok e Mandel’štam, la passione per la musica e i ricordi di quello che fu per entrambi il momento più tragico della loro esistenza. Come molti rapporti d’amicizia anche quello tra Celan e Einhorn conosce un momento d’intensità a cui segue un lento svanire. Ed è proprio questo che sembra affiorare nei due inchiostri di Sophie Ko: le ombre dei due amici, una di fronte all’altra, quasi protese a sfiorarsi nel primo inchiostro, in un inesorabile distacco nel secondo. Ciò che rimane è l’impressione che si tratti di una sola ombra-persona, come se l’amicizia in fin dei conti non avesse bisogno che di una sola parola per realizzare il proprio sogno, una parola plurale.

Edizioni Prova d’Artista, Venezia 2020

© Per le immagini Sophie Ko

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