Libri

Giorgio de Santillana, Le origini del pensiero scientifico, Adelphi 2023

 

[…] Su un altro piano, è la vita nel suo complesso che presenta un’ambiguità ineliminabile. In un racconto indiano si cerca di spiegare la differenza tra organico ed inorganico. Un masso e una zucca, una volta, si misero a litigare a proposito dei rispettivi meriti. Il masso finì per saltare sulla zucca e schiacciarla, sperando di dimostrare così la sua tesi. Ma di colpo, i germogli della zucca presero a fiorire. Il prezzo della vita è la morte e viceversa. Questo apologo non pone un problema, non porta ad alcun risultato, ma come mito è di per sé persuasivo. Riconcilia l’uomo col fato. […]

Dal prologo

Se nel Mulino di Amleto ci ha introdotto al «pen­siero arcaico», mostrandoci come il mýthos, che si vorrebbe contrapposto al lógos, sia invece a sua volta una «scienza esatta», qui Giorgio de Santilla­na si sofferma sull’impronta lasciata da quelle remote scaturigini sulla forma mentis tecnoscien­tifica. In questa cornice il «pensiero scientifico» delle origini, tra cesure e continuità rispetto a quel­lo «mitico», assume connotazioni inedite, in un percorso millenario che va da Parmenide a Era­clito a Pitagora, dalla medicina della scuola ippocratica alla svolta fisico­-cosmologica di Leucippo e Democrito, dai sofisti e Gorgia alla grande cat­tedrale platonica e alla sintesi di Aristotele, per ar­rivare a Tolomeo e Plutarco. E alla fine del percor­so risalterà nitidamente non solo come le conqui­ste della «scienza greca» siano state il punto di par­tenza della nostra scienza, ma anche come l’usura­ta contrapposizione tra sapere umanistico e scien­tifico costituisca, fin dalle origini, una prospettiva deviante e infondata.

Dalla quarta di copertina

G. de Santillana, Le origini del pensiero scientifico. Da Anassimandro a Proclo. 600 A.C. – 500 D.C. A cura di Mauro Sellitto. Traduzione di Giulio De Angelis.

Titolo originale: The Origins of Scientific Thought. From Anaximander to Proclus. 600 B.C. – 500 A.D.

Giorgio de Santillana. Nato a Roma nel 1901 dovette abbandonare l’italia nel 1938 in conseguenza delle leggi razziali. Da allora visse negli Stati Uniti, dove insegnò a lungo al Massachusetts Institute of Technology. Fra le sue opere principali ricordiamo: Compendio di storia del pensiero scientifico, 1936 (con F. Enriques); The Development of Rationalism and Empiricism, 1941 (con E. Zilsel); Processo a Galileo, 1960; The Origins of Scientific Thought, 1961 (trad. it. Le origini del pensiero scientifico, 1966); Reflections on Men and Ideas, 1968 (trad. it. Fato antico e Fato moderno, Adelphi 1985). Infine, frutto di un lungo lavoro in comune con Hertha von Dechend – allieva di Leo Frobenius, storica della scienza e a lungo docente all’Università di Francoforte e al Massachusetts Institute of Technology -, Il Mulino di Amleto apparve negli Stati Uniti nel 1969 e da Adelphi nel 1983.

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