Fascinazioni

Clarice Lispector

 

È con un’allegria così profonda. È un tale alleluia. Alleluia, grido, alleluia che si fonde con il più oscuro ululato umano del dolore della separazione ma è un grido di felicità diabolica. Perché nessuno mi tiene più legata. Sono ancora capace di ragionare – in altri tempi ho studiato matematica che è la follia del ragionamento – ma ora voglio il plasma… voglio nutrirmi direttamente della placenta. Ho un po’ di paura: paura di lasciarmi andare perché il prossimo istante è l’ignoto. Il prossimo istante lo creo io? O si crea da sé? Lo creiamo insieme con il respiro. E con una disinvoltura da torero nell’arena.
Te lo dico io: sto provando a cogliere la quarta dimensione dell’istante-adesso che da quanto è fuggevole già non è più perché si è appena trasformato in un nuovo istante-adesso che neppure lui è più. Ogni cosa ha un istante in cui è. Voglio impossessarmi dell’è della cosa. Quegli istanti che passano nell’aria che respiro: fuochi d’artificio che esplodono muti nello spazio. Voglio possedere gli atomi del tempo. E voglio catturare il presente che per la sua stessa natura mi è interdetto: il presente mi sfugge, l’attimo svanisce, l’attimo sono io sempre nell’adesso. Solo nell’atto dell’amore – nella limpida astrazione siderale di ciò che si sente – si coglie l’incognita dell’istante che è duramente cristallina e vibrante nell’aria, e la vita è questo istante irraccontabile, più grande dell’avvenimento in sé: nell’amore l’istante di impersonale gioia riluce nell’aria, gloria strana di corpo, materia commossa dal brivido degli istanti… e ciò che si sente è allo stesso tempo immateriale e così oggettivo che è come se accadesse fuori del corpo, fa scintille in alto, allegria, l’allegria è materia di tempo ed è l’istante per eccellenza. E nell’istante si trova l’è dell’istante stesso. Voglio cogliere il mio è. E canto alleluia all’aria, come fanno gli uccelli. E il mio canto non appartiene a nessuno. Ma non c’è passione sofferta con dolore e amore a cui non segua un alleluia. […]


C. Lispector, Acqua viva, Adelphi 2017.

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