Unica Zürn
27 dicembre 1957
Tra 5 giorni quest’anno sarà finito. Un anno di grandi incontri: ho potuto accompagnare Hans Bellmer a tutte le sedute per i ritratti: Man Ray, Gaston Bachelard, Henri Michaux, Matta, Wilfredo Lam, Hans Arp, Victor Brauner, Max Ernst. È stato l’anno più importante – per quanto la parola ‘importante’ non mi piaccia più tanto. Mi sono dedicata al gusto di osservare questi visi e le opere. Si è avverato il mio antico desiderio di incontrare persone che possa ammirare. Mi ha molto presa, quest’anno – mi ha quasi ferita dalla felicità. Ognuno è unico. Alcuni di loro sono diventati per me – come potrei trovare qualcosa di ancora più forte – alcuni sono fratello o padre, senza che loro lo sappiano. Ci sono persone che devono essere adorate e persone che devono adorare. Ho sempre fatto parte di queste ultime. Meravigliarsi, ammirare, adorare – senza fine. Rimanere sullo sfondo, guardare, osservare – questo è il mio atteggiamento passivo verso la vita. E quelli che ammiro passano dentro di me e si aggiungono ai pochi tesori che mi porto dentro ancora dall’infanzia. Qualcosa brucia, si agita, si forma, di tanto in tanto ritorna – in un disegno o in un anagramma – versato fuori o trasformato. […]
U. Zürn, Due diari, Edizioni l’Obliquo 2008. A cura di Eva-Maria Thüne.