Lingua viva

Gianluca D’Andrea

 

12. DENTRO L’ISOLA

Terra ti troverò solo quando sarò veramente in cammino. Sarò i tuoi colori.
Terra fruttifera, di mulattiere e trazzere, residui di agguati, terra di filari sparuti e boschi rigogliosi.
Terra immaginaria che molte volte vidi tramontare.
Terra che si spinge sempre più a sud, di cui assaporo ogni ciottolo e crepa.
Terra di vecchi sacrifici che sibili il ritorno e nascondi la tua gabbia.
La tristezza spoglia gli alberi in questo luglio di risacche e lampi inaspettati che il cielo ci vomita addosso. Siamo dentro, come sempre, ripuliamo e smaltiamo gli escrementi delle bambine:

Fiori come pietre – mirabili! –
Che intorno ai duri ovari biondi
Mostrino amigdale gemmose!

(A. Rimbaud, Ciò che si dice al poeta a proposito di fiori)

Così consolidiamo la casa, puntellandola di infissi robusti! Merde che diventano fiori, pietre, il mio sogno di mettermi in cammino e tracciare una costellazione di resoconti – merde, fiori, pietre, piedi!
Così possiamo dire il mondo: se non siamo sempre in cammino, se non si accende il futuro, non può apparire un nuovo sentiero.
Fioriture gemmose mentre sprofondo nell’isola. Come non esistesse sono dentro, come sempre.
Dentro la terra grama.
Dentro la terra grassa. Lugubre e luminosa.
Dentro la terra che necessito sentire dentro.

«Per trovare il modo di penetrare l’isola, bisogna porre come principio […] la possibilità, anzi la necessità, di penetrarvi»

(R. Daumal, Il monte analogo)


G. D’Andrea, Nella spirale (Stagioni di una catastrofe), Industria & Lettertura 2021.

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