Georges Perec, L’eternità, traduzione di Bruno di Biase
Scaturita dall’impercettibile
convessità dell’occhio
— ciò per cui sappiamo che la terra è rotonda —
l’eternità è circolare
ma piatta
il cuscino è (montagna) erosione
il tappeto penepiano
non c’è più strazio
nello spazio né in me
: il mondo prima che si
pieghi, un’ondulazione d’erba
tra est e ovest
una linea immaginaria attraverserà
quest’obliquo ondeggiare
sappiamo che le acque
si separerebbero se ci fosse
acqua
ma c’è solo
questa sete della piega
delle sagome si sovrappongono
lungo la cresta fittizia
immobili nel loro movimento
ogni istante è persistenza e memoria
l’orizzonte nella sua assenza
è un’esitazione smussata
la prefigurazione tremante
del corral
in cui si rintana la catastrofe
Testo pubblicato in Orange Export Ltd. 1981.