Esperienze

1920 PAUL CELAN 23 novembre TERREMOTO 1980, di Domenico Brancale e Anna Ruchat

 

Chi infrange lo specchio salva le allodole.
Dove sei tu, infrangilo!
Salva il canto dalla parola che non ha sorelle.

Come si dice: l’assassino torna sempre sul luogo del delitto. Bisogna attenderlo, prima o poi torna. Così, attendo la data del 23 novembre, ogni anno, fin dal quel 23 novembre che, nel 1980 tra la Campania e la Basilicata, scosse la terra e i corpi. Una data che attendo fin da quel 23 novembre del 1920 in cui venne avvistata nel firmamento la stella di nome Paul Celan. Torna e ritorna ciò che abbiamo sfiorato appena. Il cuore si presta a chi lo invoca. Essere dove una data è la parola. Non per ricordare ma per essere là, in quel presente che annuncia l’istante. Sempre alle 19.34, l’ora in cui la data s’inscrive nel mio tempo – a vita nuova, sul nudo foglio della promessa.

D.B.

 

Paul Celan

 

Salmo

Nessuno ci impasta di nuovo da terra e creta,
nessuno parla alla nostra polvere.
Nessuno

Che tu sia lodato, Nessuno
per amor tuo vogliamo
fiorire.
Incontro
a te.

Un Niente
eravamo, siamo, continueremo
a essere, fiorendo:
la rosadiniente, la
rosadinessuno.

Con
il pistillo chiaroanima,
lo stame desertodocielo,
la corolla rossa
dalla parola di porpora che cantavamo
sopra, sì sopra
la spina.

 

Psalm

Niemand knetet uns wieder aus Erde und Lehm,
niemand bespricht unsern Staub.
Niemand.

Gelobt seist du, Niemand.
Dir zulieb wollen
wir blühn.
Dir
Entgegen.

Ein Nichts
waren wir, sind wir, werden
wir bleiben, blühend:
die Nichts-, die
Niemandsrose.

Mit
dem Griffel seelenhell,
dem Staubfaden himmelswüst,
der Krone rot
vom Purpurwort, das wir sangen
über, o über
dem Dorn.

(da Niemandsrose, 1963)

 

(Traduzione di Anna Ruchat)

Si rimanda all’ascolto della «Todesfuge», tradotta da Anna Ruchat, nella voce di Domenico Brancale, accompagnato da uno scritto di Antonio Devicienti (apparso sulla rivista Antinomie).

https://antinomie.it/index.php/2022/04/03/a-tendere-bene-lorecchio-fuga-di-morte-paul-celan/

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