John Berger
Un segreto professionale (frammento)
La creazione di un’immagine comincia interrogando le apparenze e tracciando dei segni. Ogni artista scopre che il disegno – quando è un’attività necessaria – è un processo a doppio senso. Disegnare non è solo misurare e annotare, è anche ricevere. Nel momento in cui l’intensità dello sguardo raggiunge un certo grado, ci accorgiamo che un’energia altrettanto intensa viene verso di noi, attraverso l’apparenza della cosa che stiamo vagliando, qualunque essa sia. L’intera opera di Giacometti ne è la dimostrazione.
L’incontro di queste due energie, il loro dialogo, non ha la forma di domanda e risposta. È un dialogo feroce e inarticolato. Sostenerlo richiede fede. È come scavare nelle tenebre, sotto l’apparente. Le grandi immagini si manifestano quando i due tunnel si incontrano e si congiungono alla perfezione. A volte, quando il dialogo è rapido, quasi istantaneo, è come se qualcosa fosse stato lanciato e afferrato al volo.
Non do nessuna spiegazione a questa esperienza. Credo semplicemente che pochissimi artisti la negheranno. È un segreto professionale.
Pubblicato per la prima volta in The New Society, 1987. Ripubblicato in Keeping a Rendezvous, Granta, London 1992.
*
Diario di Janos Lavin
È la più profonda tra tutte le attività, quella del disegno, e la più impegnativa. Proprio quando disegno mi rammarico delle settimane, forse degli anni che ho sprecato. Se, come nelle fiabe, io potessi concedere un dono a un ragazzo che diventerà pittore, gli concederei una vita lunga, in modo che egli possa impadronirsi di questa attività del disegnare. Pochissime persone si rendono conto del fatto che il pittore, a differenza dello scrittore o dell’architetto o del progettista, è insieme creatore ed esecutore della sua arte, gli occorrono due vite. E soprattutto egli deve essere padrone del disegno. Quasi ogni artista sa disegnare, quando ha fatto una scoperta. Ma disegnare per scoprire, questo è il processo divino, questo equivale a trovare insieme effetto e causa. La potenza del colore è niente in confronto alla potenza della linea; la linea che non esiste in natura ma che può esporre e dimostrare il tangibile con maggiore acutezza dell’occhio medesimo di fronte all’oggetto reale. Disegnare significa toccar con mano, avere la prova che voleva Tommaso. Dalla mente dell’artista attraverso la punta di una matita o di una penna, viene la prova che il mondo è solido, materiale, ma la prova non è mai familiare. Ogni grande disegno – anche se è soltanto di una mano o di un torso, forme percepite migliaia di volte – è come la carta di un’isola appena scoperta. Solo che è assai più facile leggere un disegno che una carta; davanti a un disegno tutti e cinque i sensi diventano esploratori. […]
Tratto dal romanzo A Painter of Our Time, prima edizione, Sacker and Warburg, London 1958.
Per questo breve frammento, mi piace conservare la luminosa traduzione che ne fece Luciano Bianciardi (in John Berger, Ritratto di un pittore, Bompiani, Milano 1961, pp. 79-81). [N.d.T.]
J. Berger, Sul disegnare, Il Saggiatore 2017. Traduzione e cura di Maria Nadotti.