Fascinazioni

Paul Valéry

 

Nuoto

Mi sembra di ritrovarmi e di riconoscermi quando ritorno a quest’acqua universale. Nulla mi dicono le mietiture, le vendemmie.
Nulla per me nelle Georgiche.
Ma gettarsi nella massa e nel movimento, agire fino all’estremità, e dalla nuca agli alluci; girarsi in questa pura e profonda sostanza; bere e sputar via la divina amarezza, è per il mio essere un gioco simile all’amore, l’atto in cui il mio corpo si fa tutto segni e tutto forze, come una mano s’apre e si chiude, parla e agisce. Qui, tutto il corpo si dà, si riprende, si conosce, si prodiga e vuole esaurire le sue possibilità. Egli la sconvolge, la vuole afferrare, stringere, diventa pazzo di vita e della sua libera mobilità, la ama, la possiede, concepisce con lei mille strane idee. Per mezzo suo, io sono l’uomo che voglio essere. Il mio corpo diviene lo strumento diretto dello spirito, e insieme l’autore di tutte le sue idee.
Tutto mi si illumina. Capisco fino in fondo quel che potrebbe essere l’amore. Dismisura del reale! Le carezze sono conoscenza. Gli atti dell’amante sarebbero i modelli delle opere.
Nuota, dunque! Colpisci col capo quest’onda che si rovescia contro di te, con te si frange e ti rovescia!
Per qualche istante, ho creduto di non poter più uscire dal mare. Mi rigettava e continuamente mi riprendeva nel suo ripiegarsi irresistibile. Il ritrarsi dell’onda enorme che mi aveva vomitato sulla sabbia mi faceva rotolare assieme alla sabbia. Invano tuffavo le braccia in questa sabbia, essa scivolava in giù con tutto il mio corpo.
Mentre ancora tentavo di lottare, venne un’onda molto più forte, che mi gettò come un relitto sul bordo della regione critica.
Cammino finalmente sulla spiaggia immensa, rabbrividendo e bevendo il vento. È un colpo di libeccio che prende le onde di traverso, le increspa, le sbatte, le copre di scaglie, le grava d’una rete di onde minori, che sono trasportate dall’orizzonte fino al frangiflutti schiumante.
Uomo felice a piedi nudi, cammino inebriato dei miei passi sullo specchio rilevigato senza posa dall’incresparsi lievissimo dell’onda.

[…]


P. Valéry, Ispirazioni mediterranee, Mesogea 2011. Traduzione e cura di Maria Teresa Giaveri.

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