Anselm Kiefer
[…] Un tempo la creazione era concepita a partire dal nulla. Il mondo esisteva e si conservava tale quale era stato creato. Poi Dio si è sottratto, abbandonando così il mondo a se stesso, se non proprio al diavolo. Abbiamo preso coscienza, allora, che il mondo si era sviluppato avanzando per mezzo di interazioni prodotte grazie alle leggi e all’azzardo delle mutazioni.
Ora invece l’artista non si concepisce più come il punto finale di questa evoluzione, si sposta sulla scala dell’evoluzione, come l’angelo sulla scala di Giacobbe. Lo fa sapendo che la scienza e il progresso hanno dimostrato come la nostra visione del mondo sia pura ipotesi; che nessun nuovo passo avanti verso la conoscenza permetterà di conoscere il mondo in sé; infine, che la verità ci è inaccessibile. Così ciò che la scienza non saprebbe stabilire per mezzo della logica, hanno cercato di esprimerlo l’arte e la mitologia, che esistono dalle origini.
Per esempio, da quando ho sentito la storia del “roveto ardente” per la prima volta durante l’infanzia, non l’ho più dimenticata.
L’espressione “sono ciò che sono” indica che è impossibile cogliere Dio nel mondo reale.
Secondo Il teologo Dietrich Bonhöffer, un Dio che è non è. Siamo molto vicini all’arte qui.
[…]
La questione dell’evoluzione ci ha fatto capire che l’interazione tra l’aldiquà e l’aldilà non ha avuto luogo una volta per tutte, al momento della creazione del mondo, negli abissi della storia, ma al contrario che la trascendenza continua ad agire a causa della dialettica esistente tra la legge e il caso. Inoltre, come abbiamo visto, questo fenomeno si crea a volte proprio nello studio dell’artista.
La quarta dimensione, l’idea di materia in cui le particelle elementari dell’atomo diventano caduche, così come l’insieme delle astrazioni matematiche, ci dimostrano che il confine che delimita questo spazio infinitamente più vasto dell’universo è di certo assoluto, sebbene resti permeabile agli atti dell’artista. È una trascendenza che si distingue da quella dei teologi, per i quali essa si pone fuori dal mondo. […]
A. Kiefer, L’arte sopravvivrà alle sue rovine, Feltrinelli 2018. Prefazione di Gabriele Guercio. Traduzione di Deborah Borca.