Fascinazioni

Henri-Frédéric Amiel

 

Sabato 5 febbraio [18]53, ore 7 del mattino.

[Il clima dell’anima]

[…] La nostra vita interiore descrive ogni giorno le curve barometriche regolari, indipendentemente dagli accidentali sconvolgimenti che i vari uragani dei sentimenti e delle passioni possono sollevare in noi. Ogni anima ha il suo clima, è un clima; ha la sua particolare meteorologia nella meteorologia generale e la psicologia non sarà completata prima della fisiologia del pianeta, che oggi chiamiamo inadeguatamente la fisica del globo terrestre. […] Ciò che ci sembra impossibile spesso è un’impossibilità esclusivamente soggettiva. L’anima, sotto l’azione delle passioni, produce con uno strano miraggio ostacoli giganteschi, montagne o abissi che ci bloccano di colpo; soffiate sulla passione e questa fantasmagoria svanirà. Mirabilmente simboleggiata dai poemi cavallereschi sotto forma di foreste incantate attraverso le quali passano soltanto gli eroi, questa potenza di miraggio e di incantesimo, che giunge all’allucinazione, è un fenomeno morale degno di attento studio. – Produciamo così noi stessi il nostro mondo spirituale, i mostri, le chimere e gli angeli, oggettiviamo ciò che fermenta in noi. Tutto è meraviglia per il poeta, tutto è divino per il santo, tutto è grande per l’eroe, tutto è meschino, misero, brutto, abietto per l’anima bassa e sordida. Il malvagio si crea attorno un pandemonio, l’artista un Olimpo, l’eletto un paradiso, e ognuno di loro è il solo a vederli. Siamo tutti visionari, e ciò che vediamo nelle cose è la nostra anima. – Ci ricompensiamo e ci puniamo noi stessi senza saperlo. – Così sembra che tutto cambi quando cambiamo noi. […]


H. Amiel, Diario intimo, Longo Editore 2000. Traduzione e cura di Pino Mensi.

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