Marco Belpoliti, L’età dell’estremismo, Guanda 2014
“Oggi noi non andiamo dal passato al futuro transitando per il presente, bensì ci muoviamo di incidente in incidente, tanto che il futuro stesso ci appare sotto questa forma che paventiamo, ma che insieme, più o meno consapevolmente, auspichiamo. Se ogni giorno i telegiornali non ci forniscono immagini di eventi disastrosi, di piccole o grandi catastrofi, ci sembra, chiosa Virilio, che non sia accaduto nulla, che il tempo sia transitato inutilmente: viviamo immersi nel racconto del disastro, come ha sottolineato Don DeLillo nei suoi romanzi”.
Da L’età dell’estremismo
“Viviamo sotto la minaccia continua di due prospettive egualmente spaventose, anche se apparentemente opposte: la banalità ininterrotta e un terrore inconcepibile.” Susan Sontag lo scriveva nel 1965, ma quasi cinquant’anni dopo le cose non sono cambiate. Al contrario, ogni giorno ci dispensa dosi massicce tanto di banalità quanto di terrore: dal kitsch televisivo e politico alla fantascienza catastrofica che trionfa al cinema, dalle devastazioni di Cernobyl’ e Fukushima alle tragedie delle Torri gemelle e di Bali. Così un inquietante filo rosso lega Hitler e Disney, un film come Matrix e l’arte post human, le luci spente di Pyongyang e la teoria freudiana dell’oblio. E su tutto domina un’estetica che è anche una condanna: quella del frammento, delle macerie, eternamente declinate in muri distrutti, con corredo di catarsi mediatica, solo per essere ricostruiti altrove, precarie frontiere di nuovo e sempre trasgredite. La cifra di questa nostra “età dell’estremismo”. Marco Belpoliti ne rilegge la storia in un percorso che inizia negli anni Ottanta e procede a balzi avanti e indietro nel tempo per condurci dall’Iran di Khomeini al bunker di Bin Laden, dal cinema di Hitchcock alla fotografia di Basilico, dal Memoriale di Berlino alla guerra dei droni, da Babele a Hiroshima. Intrecciando letteratura e arti visive, storia e performance, di opera in opera scrive il vero romanzo della contemporaneità: una mappa del nostro tempestoso presente.
Dal risvolto
M. Belpoliti, L’età dell’estremismo, Guanda 2014.
Marco Belpoliti, saggista e scrittore, ha pubblicato presso Guanda Il tramezzino del dinosauro, Il corpo del capo, Senza vergogna, Pasolini in salsa piccante, La canottiera di Bossi e Da quella prigione. Ha curato le opere di Primo Levi ed è autore di diversi libri: Settanta, Diario dell’occhio, L’occhio di Calvino, Camera straniera, Alberto Giacometti e lo spazio, Il segreto di Goya. Condirettore della rivista-collana Riga (Marcos y Marcos) e di www.doppiozero.com, insegna all’Università di Bergamo e collabora con «La Stampa» e con «l’Espresso».