James Joyce, Ulisse, Bompiani 2021
New worlds for old. Union of all, jew, moslem and gentile […].
No more patriotism of barspongers and dropsical impostors. Free money, free love and a free lay church in a free state.
Mondi nuovi per rimpiazzare vecchi. Unione di tutti, ebrei, musulmani e gentili […].
Mai più patriottismo da ubriaconi e impostori idropici. Libero denaro, libero amore e una chiesa libera e laica in uno stato libero e laico.
Dalla quarta di copertina
Per la prima volta l’Ulisse di James Joyce viene pubblicato in edizione bilingue: il testo originale (completo di varianti a stampa e manoscritte), la traduzione italiana, l’introduzione, i quattro saggi tematici (redatti da esperti di fama internazionale) e il rigoroso commento (più di 200 pagine in cui si spiegano allusioni e fonti) contribuiscono a rendere un unicum questo volume. Curata da un riconosciuto specialista, l’opera è dotata anche di un ricco corredo di apparati: gli schemi interpretativi redatti dallo stesso Joyce, le mappe della Dublino dei primi del Novecento in cui sono indicati i luoghi delle peregrinazioni in città, le corrispondenze omeriche e le biografie dei singoli personaggi si rivelano strumenti indispensabili per addentrarsi nel complesso labirinto del testo. Il libro, attraverso intricate architetture, descrive, nell’arco di quasi 24 ore (dalle 8 del mattino del 16 giugno 1904 alle prime ore del giorno seguente) i viaggi fisici e mentali di alcuni dublinesi, e in particolare dei coniugi Bloom (Leopold e Molly). I protagonisti vivono una giornata ordinaria che, nell’attenzione maniacale per il dettaglio, diviene rivelatrice. Li accompagna Stephen (giovane intellettuale, avatar e alias di Joyce stesso) che si perde tra pensieri oscuri, sonore ubriacature e vagabondaggi nel quartiere a luci rosse di Dublino. L’Ulisse segna l’inizio della letteratura contemporanea e un punto di non ritorno per la sperimentazione all’interno del genere romanzo. È un’opera nata, e in gran parte scritta, in Italia: la prima intuizione, concepita nel breve soggiorno romano tra il 1906 e il 1907, è stata ripresa e sviluppata a Trieste molti anni dopo, per trovare infine conclusione a Parigi. L’Ulisse, che nel febbraio del 2022 compie cent’anni, ha suscitato l’ammirazione di numerosi grandi scrittori, tra cui T. S. Eliot, Vladimir Nabokov, Jorge Louis Borges, Anthony Burgess e Umberto Eco.
J. Joyce, Ulisse, Bompiani 2021. A cura di Enrico Terrinoni. Testo inglese a fronte. Introduzione generale, traduzione, note e apparati critici di Enrico Terrinoni. Saggi di Declan Kiberd, Diarmuid Ó Giolláin, Carlo Bigazzi, Fabio Pedone.
James Joyce nacque a Dublino il 2 febbraio del 1882. Studiò in scuole dei Gesuiti, fino all’iscrizione, nel 1898, allo University College di Dublino, nato come università cattolica in opposizione al protestante Trinity College. Il 16 giugno del 1904 ebbe il primo appuntamento con Nora Barnacle. Con lei partì per un esilio volontario in Europa nell’ottobre dello stesso anno. Visse, insegnando inglese, prima a Pola, e poi a Trieste per quasi dieci anni, con un breve intervallo romano. È del 1907 il suo primo libro, la raccolta di poesie Chamber Music. I racconti di Dubliners uscirono nel 1914, e il romanzo autobiografico A Portrait of the Artist as a Young Man nel 1916. Durante la Prima guerra mondiale fu in Svizzera, e a conflitto concluso tornò brevemente a Trieste prima di trasferirsi a Parigi su consiglio di Ezra Pound. Qui pubblicò Ulysses il 2 febbraio del 1922. Visse principalmente in Francia fino alla fine del 1940 quando si trasferì a Zurigo per sfuggire all’occupazione nazista. Nel 1939 aveva pubblicato il suo libro della notte, il Finnegans Wake. Morì a Zurigo il 13 gennaio del 1941, ed è sepolto nel Friedhof Fluntern.