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Antonio Devicienti, Andanze, Prova d’Artista 2021

 

1.

Che cos’è un’andanza?

Lo spazio dello sguardo condiviso, l’esigenza politica che si faccia comunità di pensieri e d’intenti e che bisogna accendere un fuoco, cuocervi il pane, vegliare l’operosità dei giorni.

L’andanza è l’acqua da condividere, la soglia d’alberi benigni, ancora andare perché l’andanza è nello sguardo comune.

L’andanza vorrebbe talvolta meditante solitudine, ma anche il chiamarsi delle voci dalla veranda della casa e dalle rotte erratiche della biblioteca.

E andando, sempre andando si fa casa, così come si fa giorno per rotazione naturale della terra attorno al suo perno di luce e l’esigenza culturale di stare insieme, scrivere, disegnare, aprire lo sguardo, gli sguardi.

5.

È vero che si abita sempre una situazione transitoria e di esilio – o forse è la derivazione da habere (avere, possedere) che induce in errore: abitare come tentativo di possedere o come habitus, consuetudine e costume. Diversamente, forse, accadrebbe se, in una lingua non indoeuropea, potessi esprimere il concetto con qualcosa che potrebbe tradursi come “mi viene a esser lo stare / il ritrovarmi / il fermarmi qui”. In tal modo l’esilio assumerebbe, forse, fattezze più dolci e accoglienti, perderebbe l’estraneità e la violenza dell’aggressione, del malcelato essere sopportato e/o tollerato. E l’abitare non avrebbe più la tendenza a essere possesso ed esclusione.

A. Devicienti, Andanze, Prova d’Artista 2021.

3 thoughts on “Antonio Devicienti, Andanze, Prova d’Artista 2021

  1. Leggo e rifletto in stupore su questa diadi andanza/ abitare, visitata e scandita in luminose scene da Antonio Devicienti. Vi trovo inaspettate luminose aperture, e quel sapore di familiare, perfino antico, dei gesti caldi nelle ore della conoscenza. E pure vedo i lampi crudi della contemporaneità, in quei moti disumani, muri che respingono e annientano.

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