Tom Nichols, Il nemico dentro, Luiss 2021
“Abbiamo incontrato il nemico, e siamo noi”, diceva all’inizio degli anni ‘70 Pogo, un popolare personaggio dei fumetti. Walt Kelly, il suo creatore, non immaginava che la battuta sarebbe diventata un modo di dire comune, né che avrebbe descritto a perfezione la situazione di cinquant’anni dopo. Mentre in Occidente le condizioni materiali di vita sono le migliori di sempre e continuano a migliorare, infatti, risentimento e malcontento sembrano dominare ogni spazio della vita comune: élite ciniche e corrotte, stranieri e immigrati, banchieri e intellettuali sono di volta in volta i “colpevoli” della decadenza che tanti cittadini dei paesi più evoluti al mondo percepiscono ormai in modo tanto drastico da mettere in discussione la democrazia liberale. Il consenso ottenuto da autocrati populisti, la propensione di molti per un governo di funzionari non eletti o le giustificazioni per l’uso politico della violenza sono i pericolosi segnali di tendenze illiberali sempre più diffuse: dopo aver superato malattie, tensioni sociali, guerre e tragedie di ogni tipo, i paesi occidentali rischiano il paradosso di non superare la sfida di prosperità e benessere. Ma dove ha fallito la democrazia? La risposta che Tom Nichols dà in questo libro ha la forma di un’altra, scomodissima domanda: e se invece fossimo noi a non aver superato la prova della democrazia? Quando Edward Banfield teorizzò il “familismo amorale” nella Basilicata degli anni ‘50, stava descrivendo una società disfunzionale in cui persone altrimenti perbene erano capaci di pensare soltanto al loro benessere e a quello della loro ristretta cerchia familiare: uno schema che rischia di descrivere ancora meglio noi, cittadini globali del Ventunesimo secolo, ormai incapaci di dedicare tempo, motivazione, impegno e persino intelligenza ai temi politici del giorno – a meno che non siano per noi di vitale importanza personale. Secondo Tom Nichols, siamo ormai diventati una società narcisistica e infantile, affamata non di pane ma di conferme tribali e nazionalistiche, nella quale le tentazioni autoritarie stanno mettendo sempre più a rischio la tenuta dei sistemi democratici. Tutto è perduto, dunque? No, perché, anche se sarà difficile, resuscitando virtù dimenticate come amore per la comunità, compromesso, orgoglio civile e sacrificio, potremo difendere la democrazia, ancora oggi il nostro più prezioso bene comune.
Dal risvolto
T. Nichols, Il nemico dentro. Perché siamo noi stessi a distruggere la democrazia, Luiss University Press 2021. Traduzione di Chiara Veltri.
Titolo originale: Our Own Worst Enemy: The Assault from within on Modern Democracy, Oxford University Press 2021.
Tom Nichols, professore alla Harvard Extension School e allo U.S. Naval War College, è tra i più popolari e ascoltati commentatori politici statunitensi. Nel suo bestseller La conoscenza e i suoi nemici (Luiss University Press, 2018) ha descritto l’ascesa dell’era dell’incompetenza – il nostro tempo, in cui ci siamo rivelati disposti a sacrificare la democrazia sull’altare dei nostri ego e della presunzione di conoscenza nutrita dai social network e dal web. In quel libro, Nichols scriveva che solo un improbabile evento catastrofico, ad esempio una guerra o una pandemia, avrebbe posto fine a tutto ciò rimettendoci sulla giusta traiettoria. Ha scritto Il nemico dentro perché si era sbagliato.