Antonella Anedda – Cadute, ferite etc.
Cadute, ferite etc.
Succede (ai più goffi?) di cadere sui chiodi. Sulla spiaggia di Villasimius vicino a Cagliari il cervello inciampando fa precipitare la mano destra su un chiodo arrugginito piantato in un tronco di legno portato dal mare. Il ferro entra insieme alle schegge di legno. Scopro che l’interno della mano, sotto il sangue, è di spugna bianca, e sì, in questo senso manda una luce. Viene dal grasso bianco. La mano è una lampada oliata di grasso da un lappone. Tutto brucia e l’alcool versato sulla pelle si accende di scosse.
Il dolore in un certo senso splende nel senso che distrae. È interessante, poi tutto finisce, si chiude, il taglio viene suturato, la materia bianca e informe, il verme che è in noi, viene respinto sotto-pelle. La vacanza è conclusa, la saracinesca dell’estate bruscamente abbassata. Finalmente restano solo poche fessure autunnali con una luce placata.
A. Anedda, Geografie, Garzanti 2021.