Fascinazioni

Czeslaw Milosz

 

IL PASSATO

Il passato è impreciso. Chi vive a lungo sa quanto sia spessa la crosta di leggende, favole, storielle enfatizzate o riduttive che si deposita su ciò che egli ha visto con i propri occhi. «Non è andata affatto così!» vorrebbe gridare, ma non lo fa, perché si vedrebbero soltanto due labbra che si muovono, senza udire la voce.

 PERCHÉ LA VERGOGNA?

La poesia è una cosa imbarazzante. Ha origini troppo contigue a quelle pratiche che chiamiamo intime.
Non si può scindere la poesia dalla coscienza del proprio corpo. Aleggia sopra di esso, immateriale e al tempo stesso incatenata, e suscita imbarazzo, poiché finge di appartenere a una sfera autonoma, quella dello spirito.
Mi sono vergognato di essere poeta, come se, denudato, esibissi in pubblico un difetto fisico. E ho invidiato quelli che non scrivono poesie, e che per questo annoveravo fra le persone normali, peraltro ingannandomi, poiché non sono molti a meritare questo nome.

DUBBIO

Ero come uno ferito al ventre, che corre tenendosi le budella perché non fuoriescano. In effetti sapevo di non essere l’unico. Ma una persona costretta a pensare in continuazione alla propria ferita può dire cose assennate?

NON SAI

Non sai nulla di ciò che passa per la testa degli uomini e delle donne che ti stanno intorno. La loro ignoranza è inimmaginabile, e la si può scoprire soltanto per caso. Non che tu sia intelligente e loro stupidi: semplicemente, ciascuno accumula conoscenze fino a un certo limite, oltre il quale non va. Il loro orizzonte spaziale è circoscritto, e possono non sapere cosa sta accadendo nella strada accanto. E circoscritto è anche il loro orizzonte temporale, cosicché avvenimenti che per te sono contemporanei, per loro saranno invece immersi nella nebbia di un passato indefinito. Ecco allora che la Tv, il cinema, la stampa, possono trasformare e scambiare a piacimento ciò che è e ciò che è stato. Non la potenza della propaganda bisogna ammirare, bensì l’esigua dose di informazione veritiera che pure in qualche modo trapela.


Czeslaw Milosz, Il cagnolino lungo la strada, Adelphi 2011. A cura di Andrea Ceccherelli.

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