Libri

Vito M. Bonito, Acrobeati, La Vita Felice 2023

 

quando sono andato
al mio funerale da piccolo
ho notato che avevo
le gambe corte

non sapevo leggere i morti
così mi hanno traslato
col vestitino rosso da sposa

dov’è il mio vestitino rosso da sposa?
sono morto io davvero con le gambe corte?

ne le case de li morti
vivono i vestitini rossi da sposa

le mie gambe sono corte
al mio funerale da piccolo
sono morte

io le volevo rosse
le mie gambe corte
le mie gambe morte

sono svanite le tue impronte
quelle vive quelle morte quelle del
flege
           tonte

ti vedo che ti arieggi
tra i serpenti

sei tra gl’incontinenti?
gl’inestasiati?

o ti sei perso angòra
tra gli acrobeati?

 

Con Acrobeati, Vito Bonito ci consegna uno fra i suoi volumi più potenti e stranianti. La sua scrittura ci trasporta in un’oscura commedia in cui le epoche più distanti dalla nostra consapevolezza vigile, ovvero le voci dell’infanzia e dei morti, affiorano in una continua danza macabra che si agita senza tregua sulle pagine di questo volume. La poesia di Bonito è mossa da un’esigenza di umiliazione della lingua italiana che solo ad un primo sguardo può apparire dissacrante; in realtà, muove da una radicale incapacità del poeta di abitare la lingua spietata e autoritaria dell’uso quotidiano: in ogni pagina, fra solecismi, storpiature e trascrizioni parafonetiche, è come se il lettore fosse chiamato a imparare nuovamente ad avere accesso alla parola, senza mai potersi dire padrone del linguaggio di cui restiamo radicalmente ospiti in transito, esposti e fragili come le corolle dei papaveri evocati in più punti del volume. Avanzando fra le grottesche rovine della scrittura e dei suoi significati, la poesia di Bonito approda ad una più arcaica forma di pietas, non per gli umani, ma per l’accadere stesso del miracolo vocale del nome: «siamo niente/ dove niente si posa».

Tommaso Di Dio

V. M. Bonito, Acrobeati, La Vita Felice 2023.

Vito M. Bonito ha pubblicato Lo zecchino d’auro (Blonk 2023); papaveri per niente e teatrino de li papavera (Derbauch, 2021); di non sapere infine a memoria 1978-1980 (L’arcolaio, 2021); fabula rasa (Oèdipus 2018 – finalista premio Montano e premio Bologna in Lettere); la bambina bianca (Derbauch 2017); Soffiati via (Il Ponte del Sale 2015 – premio Nazionale Elio Pagliarani 2015); Luce eterna (Galerie Bordas Venezia 2012); Fioritura del sangue (Perrone 2010); Sidereus Nuncius (Grafiche Fioroni 2009); La vita inferiore (Donzelli 2004); Campo degli orfani (Book 2000 – finalista premio Metauro); A distanza di neve (Book 1997). È presente in Poesia contemporanea. Quinto quaderno italiano, a cura di Franco Buffoni (Crocetti 1996); in Parola Plurale. Sessantaquattro poeti italiani fra due secoli (Sossella 2005); in Trent’anni di Novecento. Libri italiani di poesia e dintorni (1971-2000), a cura di Alberto Bertoni (Book 2005).

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