Libri

Günther Anders, L’uomo è antiquato, Bollati Boringhieri 2020

 

Se l’uomo odierno ha coscienza che ci sia qualche cosa di assoluto o infinito, ciò non è più il potere di Dio, né il potere della natura, per non parlare delle presunte forze della morale o della civiltà. Ma il nostro potere. Al posto della creatio ex nihilo, comprovante onnipotenza, è subentrata la forza opposta: la potestas annihilationis, la reductio ad hihil – potere di cui noi stessi disponiamo. L’onnipotenza che da tempo avevamo agognato, con animo prometeico, l’abbiamo realmente acquistata, seppure in forma diversa da quella sperata. Dato che possediamo la forza per apprestarci vicendevolmente la fine, siamo i signori dell’Apocalisse. L’infinito siamo noi.

Dal Vol. 1

 

Per il loro ultimo pasto i condannati a morte hanno libertà di scelta tra i fagioli serviti con lo zucchero o con l’aceto.
(Da un resoconto giornalistico)

Perché della loro sorte è già stato disposto.
Anche noi siamo liberi di decidere se preferiamo che il nostro oggi ci venga servito sotto forma di esplosione atomica o sotto forma di gara di bobsleigh. Perché della sorte di noi che facciamo questa libera scelta e anche della nostra libera scelta è già stato disposto. Perché è già stato deciso che dobbiamo fare la scelta in qualità di consumatori di trasmissioni radiofoniche o televisive: in qualità dunque di esseri che, invece di avere un’esperienza diretta del mondo, sono condannati a lasciarsi nutrire di fantasmi; e che ormai non desiderano quasi più nient’altro, nemmeno altri generi di libertà di scelta e che forse non sono nemmeno più in grado di immaginarsene degli altri.
Ebbi occasione di enunciare queste idee a un convegno culturale e mi sentii obiettare che in fin dei conti si è liberi di chiudere il proprio apparecchio, anzi persino di non comperarne, e di rivolgersi al «mondo reale» e solo a quello. Cosa che io negai. E precisamente perché è stato disposto di chi si astiene non meno che del consumatore: infatti, che noi si voglia partecipare o no, partecipiamo, perché siamo fatti partecipare. Qualsiasi cosa facciamo o rinunciamo a fare – il nostro sciopero privato non cambia nulla al fatto che ormai viviamo in un mondo per il quale non hanno valore il «mondo» e l’esperienza del mondo, ma il fantasma del mondo e il consumo di fantasmi: questa umanità è ora l’effettivo mondo contemporaneo con cui dobbiamo fare i conti; e non è possibile opporvisi con uno sciopero. Ma anche il cosiddetto «mondo reale», quello degli accadimenti, è già mutato anch’esso, perché se ne fa un fantasma, perché viene già abbondantemente arrangiato in modo che il suo svolgimento si presti quanto meglio possibile alla «trasmissione», ossia riesca bene nella sua versione-fantasma. Per non parlare poi del lato economico. Perché l’asserzione che «si» sia liberi di possedere o meno tali apparecchi, di usarli o meno, è naturalmente pura illusione. L’amabile menzione della «libertà umana» non basta a eliminare il fatto che esiste una «costrizione al consumo»; e il fatto che proprio in quel paese in cui si esalta la libertà dell’individuo certe merci vengano chiamate musts, ossia merci «d’obbligo», non è proprio un indice di libertà. E il parlare di musts è senz’altro giustificato: perché la mancanza di uno solo di questi apparecchi-must mette a repentaglio l’intera attrezzatura della vita, che è determinata e retta dagli altri apparecchi e prodotti; chi si prende la «libertà» di rinunciare a uno, rinuncia con ciò a tutti e quindi alla sua vita. «Si» è in grado di farlo? Chi è questo «si»? […]

Dall’introduzione al Vol. 1

G. Anders, L’uomo è antiquato Vol. 1 Considerazioni sull’anima nell’epoca della seconda rivoluzione industriale, Bollati Boringhieri 2020. Traduzione di Laura Dallapiccola.

G. Anders, L’uomo è antiquato Vol. 2 Sulla distruzione della vita nell’epoca della terza rivoluzione industriale, Bollati Boringhieri 2020. Traduzione di Maria Adelaide Mori.

Titolo originale: 

Die Antiquiertheit des Menschen, I: Über die Seele im Zeitalter der zweiten industriellen Revolution, 1980 Verlag C.H. Beck, München.

Die Antiquiertheit des Menschen, II: Über die Zerstörung des Lebens im Zeitalter der dritten industriellen Revolution, 1995 Verlag C.H. Beck, München.

Günther Anders (pseudonimo di Günther Stern, 1902-1992) fu uno dei maggiori filosofi non accademici del Novecento. Rientrato dagli Stati Uniti in Europa nel 1950, dopo un lungo esilio, divenne noto sia per la pubblicistica sull’allarme atomico (Essere o non essere e La coscienza al bando, 1961 e 1962) sia per la riflessione sul «dislivello prometeico» tra l’uomo e la tecnica. Presso Bollati Boringhieri sono apparsi Amare, ieri (2004), L’odio è antiquato (2006), e Discesa all’Ade (2008).

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