Claude Royet-Journoud, Sono viventi, traduzione di Domenico Brancale
SONO VIVENTI
oggetto-sentinella
una donna inginocchiata lo nasconde
mi fa compagnia una mosca
«hai la voce che parla»
attendere dietro un vetro
il giorno che non avviene
non ti scrivo più
sono immobili i cavalli neri
come te
nella mia testa
una lingua che
non esiste
«qui vediamo le sue lacrime»
l’infortunio si sviluppa sulle ossa
e le unghie di una santa
lei lo avvertiva entrare nel suo corpo
svuotarsi sul pavimento
posizione bestiale
che non aggiungeva nulla a
quella confusione notturna
di una vocale senza appartenenza
Inedito apparso sul numero 17 della rivista K.O.S.H.K.O.N.O.N.G., 2020.
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