Libri

Paolo Cosci, La modulazione dell’urlo, Effigie 2022

  

Leggere la poesia vuol dire cercare un dialogo e questo libro lo racconta come non capitava di vedere da tempo. Dal 2011 al 2020, Paolo Cosci ha raccolto qui le sue lettere ad amici e maestri. Siamo nel vivo della formazione dell’immaginario letterario dell’autore – generazione anni Ottanta – che porta sulla pagina un confronto critico senza orpelli: con i classici, come Leopardi o Pasolini, e i contemporanei, da Moresco a Ferrari, da Magrelli a Toma. Queste lettere testimoniano con autenticità una storia personale di comprensione della poesia, altrui e propria, e invitano a riflettere sulla funzione attuale della scuola e sulla trasmissione della conoscenza.

Maria Borio

Dal risvolto

 

Ho appena concluso, anzi, iniziato e concluso qualcosa di anomalo, che è il frutto della mia impotenza, dell’impossibilità di esprimere tutto quanto. Allora ho scritto un frammento di tutto quanto. Un mosaico che è tutto quello che sono, che è tutto quello che sarà.

Le coscienze, ormai, sono completamente intorpidite. Quello che un uomo per bene può augurarsi è di condividere con pochi altri il senso di infinita miseria che regola la vita di tutti noi. Siamo una strana specie che vive nel torpore senza esserne consapevole, siamo perfino peggio di chi, in un modo o nell’altro, decide in coscienza di lasciarsi andare. Ma questa che chiamiamo vita non lo è, è solo una parvenza, una parodia della vita stessa. Siamo corrotti fino al midollo, corrotti di una corruzione perbenista. Lo siamo senza saperlo: ogni scelta, ogni direzione è frutto della nostra corruzione, del nostro intorpidimento. Ogni parola, ogni discorso intrapreso è frutto della nostra corruzione. È l’adattamento a una certa circostanza; siamo convinti che siano le parole adatte, le più giuste, le più oneste. E invece sono parole corrotte. La parola vera non è mediata, è una parola che non prevede riflessione, è un gesto, è un puro impulso, è istinto. Ogni risposta autentica non è mediata ma espressa.

*

Ci sono un’infinità di mondi paralleli che non hanno nulla di misterioso ma semplicemente si compenetrano mossi dai nostri comportamenti, dai nostri interessi, dalle nostre inclinazioni.

Ieri pomeriggio ho portato fuori un paio d’orette il cane dei miei genitori e solo in quella occasione mi sono reso conto di quanti cani ci siano in giro. Cani che neanche notavo ma che a quel punto mi sembravano numerosissimi. Ci siamo fermati al centro di un parco, ho sciolto il cane che ha cominciato a correre, ho parlato con i padroni degli altri cani, ho imparato molte cose che ignoravo.
Il mondo era in movimento, soltanto io lo osservavo immobile in una delle sue infinitamente piccole parti di questo tutto che isola e compenetra le singole parti senza che ce ne rendiamo conto. Quello che viviamo, nella banalità quotidiana, è la milionesima parte di un tutto, di un tutto che inevitabilmente ci sfugge, che è accessorio eppure reale.
È possibile penetrare tutte quante le parti di un insieme? Viverle contemporaneamente? Occorre rigenerarle con la riflessione, spalmarle su uno sfondo in grado di comprenderle tutte quante nella massa informe che si genererebbe.

Se pensassimo alla pagina bianca come a una volta celeste, allora questa potrebbe raccogliere tutto quanto, e ipotizzare oltre le misure del foglio (oltre l’orizzonte del nostro universo) una infinita quantità di altri mondi, che solo possiamo immaginare. Credere di poter comprendere tutto quanto non è possibile, dell’universo così come nella nostra pagina. Ma accennare a tutto quanto, e credere che tutto quanto sia supponibile, reale e concreto.

P. Cosci, La modulazione dell’urlo, Effigie 2022. Con un’intervista di Francesca Marica.

Paolo Cosci insegna materie letterarie in una scuola superiore. Ha pubblicato alcune poesie su “Il primo amore”, “Officina poesie, nuovi argomenti” e “Versodove”. Nel 2019 per Effigie pubblica il suo primo libro di poesie Sorelle stelle e nel 2022, sempre per Effigie, esce La modulazione dell’urlo, raccolta di pagine di diario, lettere e riflessioni accompagnate da alcune poesie. È nato a Livorno nel 1984. Per Le Nature Indivisibili cura la sezione Anatomie.

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