Fascinazioni

Roberto Bazlen

  

APPUNTI PER UNA LETTERA
          (maggio 1944)

(Non si tratta – lo capisci – di negare la storia – la storia esiste – il valore consiste nel superarla – la storia (concediamoci questa astrazione) si realizza (non è un’idea disincarnata) attraverso la parte storica in noi, la più caduca, la più ctonia, la meno cristallizzata – più ci realizziamo in pieno, meno disponibilità abbiamo per la ‘storia’, meno prendiamo parte a questa attività immediata – sono la voracità, la fame di vita, il malinteso, l’aspirazione inadeguata in noi che fanno la storia: non il grande gesto che vince abdicando ma il piccolo gesto che vince saziandosi – chi fa la storia non avrà mai la gloria della trasmutazione, non avrà che la soddisfazione della sazietà, l’autocompiacimento di essere riuscito a imporsi, la bassa esaltazione della vendetta realizzata – vincerà sul livello di dove è vissuto, e non respirerà la grande calma al di là della vendetta e del perdono –
– chi fa la storia? – quelli che in tram si spingono verso l’uscita, quelli che urlano mentre la nave sta per affondare
– vedi, cara X., pregare il Signore che i nostri sogni non si realizzino, – ciò che abbiamo sognato l’abbiamo già avuto – ogni realizzazione è ripetizione e routine – ma esiste anche una gerarchia dei desideri, dei sogni – ogni sogno fallito crea un sogno più alto – chi sogna sempre sullo stesso livello è il burocrate di se stesso – […].)


R. Bazlen, Scritti, Adelphi 2002. A cura di Roberto Calasso.

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