Fascinazioni

Robert Lax

  

In principio (in principio del tempo, a dir 
poco) c’erano i compassi: roteando nel 
vuoto i loro piedi tracciarono principi e fini, 
principio e fine in una sola linea. La saggezza danzava 
in circoli perché questi erano il suo regno: il sole 
ruotava, i mondi vorticavano, le stagioni si susseguivano, e 
le cose tutte seguivano il loro corso: ma in principio, 
il principio e la fine erano uno.

E in principio era amore. Amore formava una sfera: 
e in essa tutto cresceva; la sfera poi abbracciava 
principi e fini, il principio e la fine. Amore
aveva un compasso la cui danza vorticosa tracciava una
sfera d’amore nel vuoto, dal centro della quale
scaturiva una sorgente.

*

CANTO DELL’ACROBATA

Per chi è che ci esibiamo ora,
saltando sulla corda:
per chi il ragazzo
che sale la scala
si sbilancia e rotea-
per chi,
visto o non visto
in uno scudo di luce?

Visto o non visto
in uno scudo di luce,
al sommo del tendone
dove i raggi piovono
spiando le giravolte
degli acrobati
che danzano
nella luce:

Signora,
noi siamo i Tuoi acrobati;
giocolieri;
saltimbanchi;
funamboli;
aero-danzanti,
dondoliamo sui trapezi:
siamo i Tuoi pargoli,
volanti nell’aria
di quel sorriso:
gaudenti di luce.

Signora,
ci esibiamo al Tuo cospetto,
praticando una disciplina di gioia,
un filo sottile di coraggio,
un’esile, funicolare dipendenza
sugli abissi.

Cosa ne sappiamo
della via che ci porta?
Solo questo passo,
questo movimento,
che passa al solo nominarlo.
Qui
sull’orlo
sottile del mondo
ci volgiamo alla Nostra Signora,
che leggeri ci sostiene:
molliamo la corda,
molliamo la fune,
svaniamo
nella luce.


R. Lax, Il circo del sole, Il Ponte del Sale 2020. Traduzioni di Graziano Krätli e Renata Morresi. Illustrazioni di Francesco Balsamo.

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