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Georges Perros, Impossibile essere felici di esserlo, Prova d’Artista 2020

Il mio incontro con la scrittura di Georges Perros, autore inedito in Italia, è avvenuto circa quindici anni fa. Da allora l’iniziale attrazione per quest’uomo e per la sua vita ordinaria, si è lentamente trasformata in una sorta di sentimento di fratellanza. La lettura dei suoi libri, la ricerca di informazioni e il breve soggiorno nella sua Douarnenez, non hanno fatto altro che consolidare questo sentimento. Ho tradotto queste note sperando di aggiungere, a quelle già esistenti, un’ulteriore traccia che conduca alla scoperta della sua opera. Il libretto, edito da Prova d’Artista è impreziosito da disegni e collages di Luca Mengoni, artista svizzero che ha già realizzato, tra le altre cose, alcune copertine per le edizioni Marcos y Marcos e vari libri d’artista.

Mauro Leone

 

Il fatto stesso di mostrarsi di continuo agli altri con la maschera di colui che si vorrebbe essere ci fa perdere la voglia di esserlo davvero e di lavorare per diventarlo.

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La vita dell’uomo è uno sforzo continuo per non essere libero. Perché la libertà è letale. L’uomo ha una sola angoscia, quella di essere libero. Un solo orrore, quello di non essere libero di coltivare questa angoscia secondo le proprie leggi. Leggi segrete, spesso inumane. Sta alla nostra libertà essere libera, non a noi. È vietato servirsene. Non proprio vietato. Raccomandato. È un consiglio. La sola prova di Dio. Poiché questo consiglio è divino, abbiamo tutti un solo desiderio: ignorarlo.

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Se fossi colui che le persone che mi amano, pensando di conoscermi, credono che io sia, smetterei di frequentarle.

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La più grande certezza che dà la solitudine è di essere l’ultima possibilità prima della morte. L’oasi consolante. Non ci può accadere nulla di peggio. O di meglio. Moriamo in piedi anziché distesi.

 

 

Le fait même de se montrer sans cesse aux autres avec le masque de celui que l’on voudrait être nous fait perdre l’envie d’être véritablement celui-là et de travailler à le devenir.

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La vie de l’homme est un effort perpétuel pour ne pas être libre. Car liberté, c’est mort. L’homme n’a qu’une angoisse, celle d’être libre. Qu’une horreur, celle de ne pas être libre d’exercer cette angoisse selon ses propres lois. Lois secrètes, souvent inhumaines. C’est à notre liberté d’être libre, non à nous. Il est défendu de s’en servir. Non pas défendu. Recommandé. C’est un conseil. La seule preuve de Dieu. Car ce conseil est divin, les autres et nous-même n’ayant qu’un désir: l’enfreindre.

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Si j’étais celui que croient que je suis les gens qui m’aiment en pensant me connaître, je ne les fréquenterais pas.

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Ce que la solitude a de plus sûr, c’est qu’elle est la dernière possibilité avant la mort. Qu’elle est le havre consolant. Rien ne peut nous arriver qui soit pire. Ou meilleur. On est mort debout au lieu de l’être couché.

 


Nel 1942, a diciannove anni, Georges Perros intraprende gli studi teatrali. Intorno alla metà degli anni ’40 l’interesse per la letteratura lo avvicinerà alle prime manifestazioni del movimento lettrista. Un suo testo, Divagation sur le lettrisme, verrà inserito nel manifesto del gruppo. Dopo le prime esperienze teatrali, nel settembre del 1948, entra a far parte, per un breve periodo, della Comédie Française. Nel 1950 l’incontro fortemente voluto con Jean Grenier, per il quale nutre grande stima, favorirà il suo ingresso nel mondo letterario. Grenier infatti, ricevuti e apprezzati alcuni suoi scritti, lo introdurrà nel 1953 presso la Nouvelle Revue Française diretta da Jean Paulhan. Sulla prestigiosa rivista appariranno le prime note e una serie di articoli, recensioni e traduzioni che gli frutteranno l’amicizia e la stima di vari scrittori.  Non passerà molto tempo che alla frequentazione dell’ambiente letterario parigino preferirà la compagnia dei pescatori bretoni, decidendo nel 1958 di vivere il resto della vita, con la compagna Tania e i figli, a Douarnenez, nel Finistère, terra di esilio volontario dove realizzerà anche fisicamente la marginalità della sua scrittura. Incapace, per sua stessa ammissione, di compiere un lavoro di revisione dei suoi scritti e, allo stesso tempo, disinteressato all’eventuale dignità letteraria della sua opera, soltanto nel 1960, grazie all’insistenza di Jean Paulhan, si deciderà a pubblicare il primo volume di Papiers collés. Nella prefazione a quel volume, prima di definire il carattere e le peculiarità di note e aforismi, l’autore si presenterà al lettore dicendo di sé: “Incallito creatore di note, non posso fare altro che scriverle a margine di quell’immenso libro aperto che è la vita. E cos’è questa vita, se non il testo dell’Altro, così follemente sollecitato.”
Le note pubblicate nella presente edizione sono tratte dal primo volume di Papier collés edito da Gallimard nella collana Le Chemin nel 1960.

Dalla nota al testo.

G. Perros, Impossibile essere felici di esserlo, Prova d’Artista 2020. A cura di Mauro Leone. Immagini di Luca Mengoni. I primi cinque esemplari sono accompagnati da un disegno originale di Mengoni.

Edizioni Prova d’Artista, Venezia 2020

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