Esperienze

A Bologna nasce Pietro, un nuovo spazio dedicato all’arte e alla cultura

 

Siamo felici di annunciare la nascita di PIETRO un nuovo spazio dedicato all’arte e alla cultura nel centro storico di Bologna, al piano terra del prestigioso Palazzo Tanari in via Galliera 20. Una piccola cappella di famiglia interamente affrescata risalente alla fine del ‘700 e un salone, adiacente a essa, a pianta quadrata con volte decorate su ispirazione dei giardini all’italiana saranno i suggestivi luoghi che ospiteranno il progetto.

Ideato e promosso dall’architetto Simone Gheduzzi (Bologna, 1975) intende da un lato creare uno spazio privato e intimo, dove raccogliere alcuni oggetti di affezione che hanno accompagnato l’architetto durante il suo percorso, una sorta di luogo dello spirito, dove ritirarsi creando una salutare discontinuità dal mondo del visibile.

Dall’altro lato il progetto prevede che questo luogo diventi un territorio dedicato al confronto e all’incontro dall’altro da sé, al fine di elaborare collettivamente nuove forme e contenuti inediti, che dal campo specialistico dell’arte possano irradiarsi nella vita pubblica, immettendo in essa nuovi impulsi vitali.
Quella che sottende questo percorso è un’idea di architettura che nasce non solo dal confronto con artisti e opere, ma tra persone interessate alla creazione di forme di pensiero altruistiche. A tal proposito dichiara Simone Gheduzzi:
Immagino Pietro come una stanza delle meraviglie dove la dimensione intima e personale del mio mondo interiore, e del mio sapere architettonico, possa incontrare, e forse anche impattare, con altre idee e linguaggi. È una sorta di autodisciplina in cui mi desidero quotidianamente cimentare nella possibilità di ampliare la mia esperienza di senso sulla forma e sul pensiero che essa presuppone in termini di libertà.

PIETRO ospiterà nel corso del tempo una vasta gamma di progetti, artisti e intellettuali, chiamati a cooperare, ognuno con la propria peculiare individualità, all’elaborazione di un nuovo territorio di pensiero che possa essere una salutare forza e un nuovo impulso per le arti e la pubblica città.

Ad accompagnare Simone Gheduzzi in questa forma di dialogo sarà l’artista Marcello Tedesco, già ideatore di mtn|museo temporaneo navile di Bologna.

Il primo artista invitato a inaugurare lo spazio è Marcello Tedesco (Bologna, 1979), la cui ricerca negli ultimi anni si è connotata per la capacità di evolversi autonomamente in vari ambiti e discipline al fine di mettere a punto un linguaggio capace di esplorare l’insondabile complessità dell’essere umano, conosciuto e narrato oltre ogni opaco conformismo.

“Da anni mi interrogo su cosa voglia dire fare della scultura oggi. Certo, può ancora essere qualcosa legato al fare degli oggetti, ma non può iniziare e finire lì. Ho l’impressione che oggi la scultura più avanzata abbia a che fare col pensiero e con la capacità di renderlo vivo. Insomma una vera e propria forza in grado di agire in modo salutare sulla realtà stessa.”

Un’arte del pensiero dunque, dove l’opera d’arte tradizionalmente intesa diventa un espediente o testimonianza di un processo molto più ampio e complesso inerente la vita e il suo fluire nel mondo.

Il progetto espositivo parte quindi da un assunto importante da chiarire perché rappresenta la motivazione principale che muove l’artista nella sua ricerca, ovvero che l’arte sia solo un mezzo e non un fine, un espediente appunto.
Espediente è una parola che ha mutato radicalmente significato nel corso del tempo. La sua etimologia si riferisce essenzialmente alla capacità di liberare i piedi da qualcosa che intralcia insidiosamente il cammino, che blocca un armonico avanzare in avanti.

Nella piccola tecnica mista su carta del 2021 intitolata “Gli espedienti dell’architetto” è sintetizzata l’intera mostra. Una figura umana è rappresentata in un interno parzialmente tenebroso, come l’habitat della mostra, nell’atto di toccare lo stesso modello architettonico presente nella sala principale. La similitudine speculare instaurata tra il corpo dell’uomo e il gruppo plastico è evidente, una corrispondenza sensibile: la scultura diventa specchio e veicolo allo stesso tempo di un processo che sta avvenendo nell’interiorità nel personaggio ritratto.

All’altezza dell’addome della figura una ripida scala, allusiva a una discesa nelle profondità dell’inconscio, porta alla base della colonna dove arde un fuoco che si alza in alto fino a diventare denso fumo al suo apice, all’altezza della testa della figura. La quale appare in attesa che il complesso processo di trasformazione sia completato.

L’opera rappresenta un’azione caratterizzante la prassi dell’artista: innescare processi di trasformazione, che dall’interiorità, dove le istanze razionali si fondono con quelle inconsce, possano trasferirsi al corpo sociale rappresentato dalle sue forme architettoniche, allusive a edifici pubblici. L’estetica di queste sculture-architetture richiama da un lato il mondo organico, dove la metamorfosi è la regola alla base della vita, dall’altro l’austerità formale dell’arte medioevale. Del resto anche la sintesi tra linguaggio scultoreo e architettonico richiama una dimensione storica dove le varie arti si univano al fine di creare un linguaggio potenziato in grado di agire sulla vita delle persone.
Chiudiamo con uno scambio di battute intercorse tra l’artista e il leggendario Corrado Levi, ultimo esponente di quella preziosa corrente del ‘900 tanto cara a Tedesco:

“Caro Corrado come vedrai l’ambito di questo progetto è l’architettura e anche la figura dell’architetto, inteso non tanto come un ideatore di edifici quanto come un inventore di mondi non ancora immaginati. La mostra utilizza l’espediente dell’arte per parlare delle trasformazioni necessarie alla vita per essere davvero viva”.

“Straordinari i tuoi lavori, enigmatici, metafisici. Mostrano cose che non sono ma che improvvisamente appaiono, come si usa dire. Un po’ sconvolgono e un po’ incuriosiscono. Con voglia di vedere la mostra. Abbracci, Corrado”.

Marcello Tedesco
Expedients Exhibition

Opening: Giovedì 11 maggio 2023, ore 18,30.
Dal 12 maggio al 29 giugno.

Lo spazio è visitabile su appuntamento dal giovedì al sabato scrivendo con anticipo a: info@museotemporaneonavile.org o telefonando al numero 338-5661021

PIETRO
Via Galliera, 20 (Piano Terra) 40121 Bologna.

 

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