Esperienze

A Ribush di Salerno l’Associazione ART.TRE presenta la rassegna “Palestina: Memoria e Cultura. Artisti per la Palestina”

 

Se la poesia ha inaugurato il nostro cammino con “Voci per la Palestina”, oggi sono le forme dell’arte a raccoglierne l’eredità. Pittura, scultura, installazioni e video: opere che non si limitano a esporre, ma che si collocano in quello spazio che Walter Benjamin chiamava archivio della memoria. Non un archivio del passato, ma un presente che ci interpella: la distruzione di Gaza, l’assedio quotidiano, il genocidio in corso.

La Palestina non è una ferita chiusa, è la nostra contemporaneità. È qui che l’arte mostra la sua necessità: non come ornamento, ma come resistenza. Adorno ricordava che ogni opera autentica è un atto contro la barbarie. In questo presidio, l’arte si fa allora gesto civile, spazio critico, atto politico.

Le opere esposte sono di artiste e artisti salernitani che hanno scelto di mettersi in dialogo con la Palestina, lasciandosi interrogare dalla sua storia e dal suo presente. Non parlano della Palestina, ma con la Palestina: e proprio in questo dialogo risiede la loro forza. Con i loro linguaggi hanno accettato di assumersi una responsabilità: trasformare l’arte in vicinanza, la creazione in testimonianza, la forma in coscienza.

Dopo l’ascolto delle voci, ora la visione. Ciò che appare nello sguardo non si lascia ridurre a memoria pacificata: è immagine dialettica, nel senso di Benjamin, un frammento che interrompe il tempo lineare e ci costringe a pensare il presente.

Di fronte al genocidio in corso, queste opere non danno risposte, ma aprono la domanda più radicale: che cosa significa essere umani, e che cosa è diventato l’essere umano quando accetta la distruzione come orizzonte possibile?

Il presidio di ART.TRE non si ferma: continua e si radica. È un cammino che prosegue, perché noi scegliamo di restare umani, l’unico orizzonte giusto.

Rinnoviamo, quindi, il nostro benvenuto in questo spazio che non è un rifugio estetico, ma una comunità critica, in cui l’arte ci obbliga a pensare l’umano davanti al genocidio.

ART.TRE

 

Alcune opere esposte:

  

VIDEO “The charm of imperfection” by Marco Coraggio

 

Lycourgos Lambrinopoulos e Silvia Frassetto

 

 

Fate piano con le bombe
che i bambini dormono.
Non vedete come respirano piano,
come stringono la coperta
come fosse l’ultimo pezzo di casa
che gli è rimasto in braccio?
 
Li sentite, voi,
i piccoli sospiri che fanno,
quel suono che è più fragile del vetro,
più sacro di ogni tempio?
 
Non svegliateli.
Perché nei sogni hanno il pane,
hanno un giardino con l’erba alta,
hanno strade senza macerie
e cieli che non tremano.
 
Fate piano,
perché il sonno dei bambini
è il filo che ci tiene umani,
il confine oltre il quale
non esiste più salvezza.
 
E ricordatevi
che questo massacro resterà scritto
negli occhi e nel sangue
che Gaza è una ferita aperta negli occhi del mondo,
che il genocidio non si lava via
con nessun silenzio complice.
  
Non conoscete vergogna.
La vostra anima spenta
non troverà specchio dove guardarsi.
  
Un giorno la Storia vi chiederà conto
di questa vergogna.
E se avrete guardato altrove,
se avrete avuto la bocca chiusa
quando cadevano vite leggere come piume,
dovrete dire a voce alta
che lo avete fatto
per scelta vostra.
Non nel mio nome.
 
(Testo di Andrew Faber letto da Francesco Savino)
 
  
 
Palestina: Memoria e Cultura. Artisti per la Palestina
a cura dell’Associazione ART.TRE
 
Ribush, Vicolo S. Bonosio, 7 – Salerno
11-12 e 18-19 ottobre
  
infrasettimanale su appuntamento
info al 3289212652
 

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