Ivan Schiavone, Didascalie venatorie, La vita Felice 2025
5. Gli amici intenti ad onorare i giorni fausti, persa la consuetudine tra i corpi, valicata ancora una volta, dell’esilio, la coazione, i residui digitali di ciò che fu presenza. Sedimentarie o urbane si assommano le epoche, assente il suono, sommersa l’ora, calcificate le posture e le distanze, stereotipie e tragitti fissati in costrutti di tempo statuari, il guscio di due noci frantumate da una mano. Dell’acqua il sapore freddo, ferreo, è infanzia, la sua durezza richiamata dalla luce, dal taglio netto che il cielo impone agli oggetti combusti del nitore.
Didascalie venatorie continua l’originale e, per certi versi, solitario lavoro poetico di Ivan Schiavone. Ogni lassa che compone il testo è ecfrasi di un paesaggio sintetico abitato da uomini, animali e cose, alieno a qualsiasi gerarchia ontologica. Se la tecnica compositiva è sequenza metrica del fiato, se il fiato mostra una cadenza macchinica, come si percepisce in queste pagine, allora l’uomo è catturato nella rete di un gioco automatico. La coazione a ripetere di questa prosa metrica, che evoca il suono di certe composizioni elettroniche, è essa stessa l’automa che perimetra lo spazio. Al centro non c’è l’emissione di fiato di un io ma neanche la nuda descrizione di uno spazio quanto piuttosto un’inane luce che segna l’inizio e la fine. Lì dove è assenza, per l’intenzione dell’occhio, è; scolpita nella luce, dalla luce, detta. Al di là della lirica, quindi, ma anche al di qua della prosa, in una battuta di caccia in cui l’antropos depone le proprie armi per essere a sua volta cacciato, così come avviene nella riscrittura del mito di Atteone che occupa la seconda sezione del libro. La caccia mostra il limite interno dell’azione, acuendo lo sguardo verso l’atto fondativo della parola in cui si annida il senso ultimo della voce, nella distopica, apocalittica, regressione dell’antropocene.
Vincenzo Frungillo
I. Schiavone, Didascalie venatorie, La Vita Felice 2025.
Ivan Schiavone (Roma, 1983) poeta, editor e organizzatore culturale, vive a Monza insegnando materie letterarie nella scuola secondaria di secondo grado. Ha pubblicato i volumi di poesia: Enuegz, 2010; Strutture, 2011; Cassandra, un paesaggio, 2014; Tavole e stanze, 2019. Parallelamente all’attività creativa ha portato avanti un lavoro editoriale che lo ha visto dirigere le collane di poesia contemporanea “Ex[t]ratione”, Polìmata, 2009-2011 (in collaborazione con Sara Davidovics), e “Croma k”, Oèdipus, 2016-2022; attualmente dirige, con Tommaso Di Dio e Vincenzo Frungillo, la collana “Adamàs” per La Vita Felice. Ha realizzato, a partire dai propri testi, progetti installativi, performativi e d’arte digitale presentati sia in Italia sia all’estero, collaborando con musicisti, artisti visivi, performer e collettivi artistici. Con Pierpaolo Cipitelli gestisce il canale You-tube Nuovo Commento.