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Charles Olson, Chiamatemi Ismaele, minimum fax 2025

 

[…] Il fulcro dell’America sono le Pianure, metà mare metà terra, un sole alto e metallico come l’orizzonte di ferro, e compito dell’uomo la quadratura del cerchio. 
Alcuni uomini cavalcano su uno spazio del genere, altri per sopravvivere devono piantarvisi come il picchetto di una tenda. Per come la vedo io Poe decise di scavare, Melville montò in sella. Sono le due alternative. 
Gli americani si credono ancora così democratici. Ma i loro trionfi sono trionfi della macchina. La macchina è l’unica signora dello spazio che la persona media potrà mai conoscere, dalla ruota al pistone, dal muscolo all’aviogetto. Dà traiettoria. 
Per Melville alla base di noi come individui e come popolo non c’era la volontà di essere liberi ma la volontà di dominare la natura. Ahab non è un democratico. Moby Dick, antagonista, domina solo su una forza naturale, una risorsa. […] 

Dalla Prima parte

Diventato negli anni un classico della critica letteraria, Chiamatemi Ismaele destò all’inizio un certo scalpore, sia per via della struttura completamente inedita del libro – un saggio segnato da uno stile così sperimentale da costituire una poderosa opera d’arte in sé – sia per la controversa tesi in esso contenuta: Melville avrebbe scritto due versioni del suo celebre romanzo, la prima delle quali non conteneva né Ahab né Moby Dick. A separarle, uno spartiacque radicale nella vita di Melville: tra la prima e la seconda stesura di Moby Dick aveva letto le tragedie di Shakespeare. Inseguendo come un detective il flusso di pensieri di Melville nelle annotazioni a matita sui volumi shakespeariani, Olson ha composto un’opera unica per originalità e densità, in cui l’ossessione filologica si mescola a una brillante analisi degli archetipi americani, il rigore critico a una sconvolgente potenza poetica: una lettura fondamentale per chiunque abbia amato uno dei più grandi, se non il più grande, romanzo americano di tutti i tempi.

C. Olson, Chiamatemi Ismaele. Uno studio su Melville, minimum fax 2025. Traduzione e introduzione di Nereo Condini.

Titolo originale: Call me Ishmael ©Charles Olson, 1947.

Charles Olson (1910-1970) poeta, critico, archeologo e saggista, è stato una figura di spicco della poesia americana e uno dei massimi studiosi di Melville. Celebre per l’imponente opera epica The Maximus Poems, ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura contemporanea, influenzando profondamente la Beat Generation e la Black Mountain School, di cui fu rettore fino al 1956.

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