Une gorgée de cosmos. Vivendo “Just Play and Never Stop” di Jonny Costantino, di Maëlle Bellec
Non lo so,
non so se è perché Keith Jarrett è entrato nella mia vita quando ero bambina e ho toccato il divino,
o perché Bach e Glenn Gould abitano i miei inverni, la mia anima, la mia pittura,
o perché il jazz è per me uno scandalo nei corpi, un atto così sincero di libertà, il fremito dell’invisibile, un’aria che colpisce, disarma e distrugge ogni violenza con lo scintillio e l’ardore, la libertà e il respiro che intreccia l’infinitamente vicino e l’infinitamente lontano,
non so se è perché l’arte folgora il mio corpo d’amore da quando sono nata, o perché l’arte è esistenza in sé, come lo splendore delle comete,
ma so che questa è l’emozione avvenuta in me (OPPURE l’emozione che s’è manifestata), quando ho vissuto (e non semplicemente visto), il film Just Play and Never Stop,
come quando danzo tutta la notte, e la mia libertà è una sorsata di cosmo, colma di gratitudine e desiderio di vivere.
NdR: L’esperienza cinematografica di Maëlle Bellec si riferisce alla proiezione di Just Play and Never Stop. Un viaggio spericolato nel jazz di Jonny Costantino che ha avuto luogo il 23 maggio 2025 al cinema L’Entrepôt di Parigi (https://www.cinemalentrepot.fr/film/626807/).
Parole bellissime per un film che è DAVVERO un’esperienza esistenziale; credo che Jonny abbia saputo dare corpo, suono, voce e immagine a sentimenti che sono anche i nostri (intendo di chi ama la musica e ha visto “Just play and never stop”).
Aggiungo che anch’io quando ascolto Keith Jarrett ho l’impressione di toccare il divino, ma lo stesso mi succede con Michel Petrucciani, Jan Garbarek, Charles Lloyd………………………….