Alejandra Pizarnik – León Ostrov, Lettere (1955-1966), Joker 2024
Lettera n. 2
È raro non pensare a lei. Raro non dissolversi in un’angoscia innominabile al pensiero che sono qui, più sola delle pietre – anch’esse baciate dal mare. Ma non mi sento molto sola. Ho guardato il mare, l’ho lodato nonostante tutto, ho affrontato il sole e ho partecipato seriamente al sogno delle sabbie.
Ho chiesto al mio sangue se la mia vita ha una possibilità. E mi è stato detto che è così. E la parola “libertà” ha un significato. Questo è ciò che ho provato tra le rocce, vicino al mare. […]
Alejandra Pizarnik iniziò la terapia psicoanalitica con León Ostrov a 18 anni, un incontro destinato a segnare profondamente la sua vita e la sua opera. Il trattamento si interruppe poco dopo, ma tra la poetessa argentina e il suo ex analista nacque un’amicizia speciale, alimentata dalla comune passione per la filosofia e la letteratura, che si intensificò durante gli anni parigini di Alejandra. È proprio a questo periodo che risalgono le lettere raccolte nel presente volume: un racconto intimo e profondo delle esperienze vissute nella capitale francese, dei legami con figure straordinarie come Simone de Beauvoir, Julio Cortázar, Marguerite Duras, Octavio Paz, André Pieyre de Mandiargues e Eduardo Jonquières, delle persistenti difficoltà economiche, delle irrisolte tensioni familiari e della personale lotta riguardante il processo creativo e la scrittura. Ma, più di tutto, queste lettere svelano le sue paure più intime: le angosce che la assalivano nei momenti di maggiore depressione, la consapevolezza di amori impossibili e i tormenti di una salute precaria. Il rapporto di fiducia con Ostrov, che cercò di sostenerla nonostante la distanza, rende queste lettere uniche, restituendo una Pizarnik intensamente umana e vulnerabile, che non teme di mostrare al suo interlocutore tutta la propria fragilità emotiva.
Dalla quarta di copertina
A. Pizarnik – L. Ostrov, Lettere (1955-1966), Joker 2024. A cura di Andrea Ostrov. Traduzione dallo spagnolo di Antonio Di Gennaro e Monica Liberatore.
Titolo originale: Cartas, EDUVIM, Villa María, Córdoba, Argentina 2012.
Alejandra Pizarnik nacque a Buenos Aires nel 1936, in una famiglia di immigrati ebrei di origine russa e slovacca. Nel 1954 si iscrisse alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Buenos Aires ma non terminò i suoi studi. Avida lettrice già in giovanissima età, pubblicò il suo primo libro, intitolato La terra più estranea, nel 1955. A questo seguirono L’ultima innocenza, nel 1956, e Le avventure perdute, nel 1958. Tra il 1960 e il 1964 visse a Parigi, dove collaborò con diverse riviste e quotidiani. A quel periodo risale la sua amicizia con Julio Cortázar, André Pieyre de Mandiargues, Cristina Campo e Octavio Paz, che scrisse il prologo alla sua quarta raccolta di poesie intitolata Albero di Diana (1962). Nel 1964 tornò a Buenos Aires e pubblicò le sue opere più conosciute: I lavori e le notti (1965), Estrazione della pietra della follia (1968), e L’inferno musicale (1971). Nel 1954 Pizarnik iniziò a scrivere un diario che l’accompagnò fino agli ultimi giorni della sua vita. Nel 1972, all’età di trentasei anni, morì nella stessa città in cui era nata.
León Ostrov (1909-1986) è stato un importante psicoanalista e scrittore argentino. Ha conseguito la laurea in Filosofia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Buenos Aires, completando poi la sua formazione presso l’Associazione Psicoanalitica Argentina, di cui fece successivamente parte come docente. In qualità di saggista ha riflettuto sui legami tra cultura, filosofia, psicoanalisi e letteratura. Alcuni dei suoi scritti sono apparsi nel volume Verdad y caricatura del psicoanálisis (Ábaco, 1980).